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Cronaca

Aeroporto Costa d'Amalfi, arriva la tesi di laurea in architettura

Flessibilità, efficienza energetica, utilizzo di materiali innovativi: ecco la proposta dello studente Enrico Cacciapuoti per lo scalo salernitano. La sua tesi discussa a Napoli

Atteso, contestato ma con ampi margini di sviluppo. E' questo il destino dell'aeroporto "Costa d'Amalfi" che, nel bene e nel male, offre sempre nuovi spunti di riflessione, pure nell'aula delle lauree dell'Università di Napoli. Dopo lo stanziamento di fondi regionali per l'allungamento della pista, il ricorso al Tar per il commissario ad acta e le nuove offerte di voli per Grecia e Croazia, arriva una proposta innovativa per il terminal. Il nuovo assetto del terminal dello scalo salernitano, all'insegna della flessibilità e dell'efficienza energetica, è stato immaginato, anzi progettato da Enrico Cacciapuoti, neo laureato in Architettura.

La sua tesi di laurea - discussa all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, dipartimento di architettura, relatore professore Lorenzo Capobianco - presenta l'aeroporto come "struttura complessa che comprende edifici, impianti e ampi spazi che permettono lo svolgersi di tante attività come il decollo, l’atterraggio e la sosta degli aeromobili, l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri e di oggetti.  Il terminal aeroportuale rappresenta un edificio di assoluta importanza che connette, in qualità di interfaccia, airside con landside, le zone pubbliche e quelle sterili, gli aeromobili e i passeggeri, nel modo più efficiente e sicuro possibile".

Dalla premessa alla proposta, il passo è breve: "L‘obiettivo della tesi - illustra Cacciapuoti - è stato progettare un terminal capace di soddisfare i principi di flessibilità, espandibilità, ridotte distanze percorribili dai passeggeri, efficienza energetica, utilizzo di materiali innovativi, rispetto della cultura e della tradizione del luogo. La struttura individuata è molto semplice: un modulo di 12x12 metri, caratterizzato da struttura in acciaio montata a secco e una copertura tensile che possa permettere l’ingresso negli spazi interni del 10% di luce solare, evitando un eccessivo utilizzo di illuminazione artificiale durante le ore diurne. Il risultato ottenuto è una leggera, pulita, diffusa atmosfera che mette in risalto una delle più importanti tradizioni locali: la ceramica. Sono state introdotte, non a caso, alcune piastrelle della collezione di Gio Ponti, utilizzate per la prima volta nel Parco dei Principi di Salerno negli anni '60". 


 

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