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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Atrani

Morì dopo un crollo ad Atrani: chieste 9 condanne per la morte dello chef

Quindici anni di carcere sono stati chiesti dalla procura per nove dei dieci imputati nel processo per la morte di Carmine Abate, lo chef del ristorante Zaccaria che il 2 gennaio 2010 perse la vita nel crollo del costone roccioso che investì il locale

Quindici anni di carcere sono stati chiesti dalla procura di Salerno per nove dei dieci imputati nel processo per la morte di Carmine Abate, lo chef del ristorante Zaccaria di Atrani che il 2 gennaio del 2010 perse la vita nel crollo del costone roccioso che investì il locale. Per il decimo imputato, il responsabile dell'area tecnica dell'Anas, è stata chiesta l'assoluzione.

Le richieste

A rispondere del crollo colposo e omicidio colposo sono il proprietario del tratto roccioso interessato al cedimento per il quale sono stati chiesti due anni e sei mesi; il direttore dei lavori per l’autorità di bacino Destra Sele: un anno e otto mesi; il responsabile del procedimento per le frane nel gruppo di supporto nominato dall’autorità di bacino Destra Sele: un anno e quattro mesi; il tecnico geologo abilitato dalla società Acquater a sottoscrivere il piano di stralcio per l’assetto idrogeologico Destra Sele: due anni; l’ingegnere per il coordinamento tecnico di progetto e rischio frane: un anno e quattro mesi; il responsabile del progetto per la società Acquater: un anno e due mesi; il geologo in servizio al Destra Sele: un anno; i due amministratori della società “Cantina del nostromo” che gestiva il ristorante: rispettivamente due anni e quattro mesi e un anno e sei mesi. 

Le accuse

I primi sette sono accusati di aver effettuato una qualificazione errata dei pericoli e rischi del tratto di costone che crollò. La ripa a monte, per l’accusa, venne classificata impropriamente a “pericolosità e rischio medi”, al posto di una classificazione “pericolosità e rischio elevato o molto elevati” viste le condizioni “instabili e caratterizzate da profonde e molteplici fratturazioni”. Il pendio a valle, invece, naturale prosecuzione di quello che crollò, era classificato a rischio più elevato rispetto al tratto superiore. Una classificazione, secondo quanto appurato dalle indagini della procura, attribuita in palese violazione degli stessi parametri tecnici elaborati nel piano di stralcio per l’assetto idrogeologico Destra Sele.

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