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Cronaca Buonabitacolo

"Ecco come ho ucciso Pascuzzo", il racconto choc del killer di Buonabitacolo

Il ragazzo è stato interrogato dal gip di Lagonegro, Vincenzo Saladino. Per lui la procura ha già chiesto una perizia psichiatrica. Di seguito, i dettagli forniti dal killer al magistrato: "Andai li convinto di quello che poi ho fatto"

"Per favore, lasciami", sono le ultime parole di Antonio Alexander Pascuzzo prima di morire per mano di Karol Lapenta. Così il 18enne italoperuviano di Buonabitacolo avrebbe implorato al killer (foto in basso, ndr), dopo una prima coltellata inferta al costato sinistro. E' quanto emerge dall'interrogatorio del 18enne polacco, che aiuta a ricostruire l'omicidio che ha sconvolto Buonabitacolo. Il ragazzo è stato interrogato dal gip di Lagonegro, Vincenzo Saladino: "A un certo punto - ha detto - Perù (il soprannome della vittima) ha appoggiato lo stupefacente vicino alle tavole che chiudono uno degli accessi al capannone e in quel momento mi ha guardato aspettando che io gli dessi il denaro. A quel punto, senza dirgli nulla l'ho colpito con il coltello che avevo nella mano destra che non avevo fatto vedere a Perù". Il ragazzo è difeso dall'avvocato Michele De Iesu

"Ecco come l'ho ucciso"


Il delitto fu commesso il 6 aprile scorso, prima delle 22, nei pressi dei campetti di calcio di Buonabitacolo, a pochi metri da una piscina comunale chiusa da tempo. "Dopo averlo colpito si è accasciato a terra e gli ho dato un calcio in testa. Non so perchè. Ricordo di avergli dato due coltellate, le altre non le ricordo. L'ho trascinato per le braccia fino al greto del torrente distante circa 15 metri e l'ho fatto rotolare giù". Poi continua: "Ci eravamo dati appuntamento per acquistare la droga, lui voleva 500 euro per 50 grammi di hashish. Ero andato sul luogo con l'intenzione di fare quello che ho fatto per avere la droga senza pagarlo, ho preso il coltello in macelleria e l'ho fatto. Dopo sono tornato indietro, ho preso la bici con la quale ero arrivato e l'ho gettata all'interno del capannone attraverso una finestra, ho preso la droga e sono andato alla Cupola per stare con gli amici. Ho lasciato il coltello su un muretto lungo la strada, l'ho ripreso dopo, l'ho messo nello zaino avvolto in dello scottex. Il giorno dopo l'ho riportato in macelleria".

Movente sconosciuto

L'interrogatorio, seppur chiarisca ancor di più la dinamica dell'omicidio del giovane peruviano, lascia ombre sul movente: "Non avevo debiti con il Perù, mi aveva già venduto della droga. Non ho detto a nessuno quello che ho fatto, e sul posto sono ritornato il sabato mattina, quello del ritrovamento, per sincerarmi che il suo corpo stesse ancora li dove lo avevo fatto rotolare". La procura ha disposto una perizia psichiatrica per il killer. L'accusa è di omicidio premeditato per motivi futili, occultamento di cadavere e rapina. Chiuso nel carcere di Potenza, in caso di condanna rischia l'ergastolo

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