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Cronaca Capaccio

Capaccio, il Consiglio di Stato: “Al Comune spetta la gestione della piscina Poseidone”

I giudici mettono la parola fine al contenzioso con la Kerres che, però, tramite la Ati Afrodite annuncia battaglia

Il Comune di Capaccio Paestum vince il contenzioso per la gestione della piscina comunale “Poseidone”. Infatti, il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dalla “Kerres Società Cooperativa Sociale”, mandataria del raggruppamento temporaneo dell’Ati Afrodite, per la riforma cautelare del Tar di Salerno in merito al provvedimento di risoluzione anticipata del contratto, disposto dall’Ente comunale con la determina numero 7 del 27 novembre 2017 per “inadempienze contrattuali e perdita di fiducia nel concessionario”.

La sentenza

I giudici della Quinta Sezione del Consiglio di Stato, con sentenza del 15 marzo 2018, hanno ritenuto che “impregiudicati i dovuti approfondimenti in sede di merito, allo stato, gli inadempimenti addotti dal Comune a fondamento dei provvedimenti impugnati risultano prima facie idonei a legittimare questi ultimi” e, ritenuto, altresì, “quanto al periculum in mora, che, nella valutazione dei contrapposti interessi, appare preminente l’interesse pubblico all’adeguata ed efficiente gestione dell’impianto”. L’Ente comunale, difeso dai legali Sergio Perongini e Brunella Merola, garantirà la continuità dei servizi attraverso un piano di gestione che prevede tariffe più vantaggiose per gli utenti e fruibilità gratuita alle scuole e alle persone più svantaggiate.  La nuova gestione comunale, affidata alla società partecipata Paistom, entrerà nella fase operativa dal 30 marzo.

I commenti

Soddisfatto il sindaco Franco Palumbo: “È prevalso l’interesse pubblico anche dinanzi ai giudici del Consiglio di Stato. La comunità si riappropria di un bene di tutti e che, come tale, dovrà essere gestito. I nostri cittadini, genitori, figli, sportivi giovani e meno giovani, possono stare sereni perché le attività non si fermeranno e saranno garantite attraverso un piano di gestione, già pronto, che consentirà all’Ente di subentrare all’attuale gestore senza creare alcun disagio agli utenti della piscina comunale. Questa vicenda serva da monito anche per il futuro perché i beni pubblici devono avere un’unica prerogativa, che è quella di garantire l’interesse collettivo”.

Di parere opposto l’Ati Afrodite che – recita una nota – “prende atto della decisione del Consiglio di Stato sulla fase cautelare, che ha valutato preminente il preteso interesse dell’Ente piuttosto che quello del gestore, pur acclarato e riconosciuto, e dei numerosi lavoratori e delle centinaia di iscritti, pur con necessario rinvio e impregiudicati i dovuti approfondimenti in sede di merito”.  E ancora: ““In funzione di tale decisione, che non si condivide né si comprende ma si rispetta, AtiAfrodite provvederà a definire i propri rapporti con l’Ente comunale. Nel frattempo, naturalmente, la medesima Ati perseguirà la tutela dei propri diritti nella successiva fase di merito del procedimento amministrativo, di cui si aprirà il I° grado a breve, nonché in sede civile e penale, con la certezza del successivo buon risultato dei tanti procedimenti giudiziari avviati”. Non mancano le critiche verso il Comune: “AtiAfrodite si augura che l’Ente comunale voglia finalmente agire nell’effettivo interesse dei frequentatori, adesso che avrà la diretta responsabilità e gestione dell’impianto.Infatti, con una scelta che rappresenta un’eccezione nel panorama sportivo, diversamente da come fanno tutti i comuni campani, tra cui i più vicini Giungano, Ogliastro Cilento, Vallo della Lucania, Capaccio Paestum investirà addirittura oltre centomila euro solo per attrezzare la struttura. E, a questo punto, speriamo che si trovino i fondi anche per far fronte alle tante criticità presenti, (perdite d’acqua dal tetto, dalla vasca, adeguamento degli impianti di riscaldamento, etc.), come invano richiesto dal gestore sin dal 2016. Tutto ciò perché la struttura possa continuare a funzionare al meglio al servizio della cittadinanza”

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