Capaccio, voleva uccidere la moglie perchè non gli dava un figlio maschio

Prima l'aveva picchiata, poi tentato  anche di investirla. Colpevole, a suo dire, di non essere in grado di dargli un fischio maschio, ma solo femmine. Ora un algerino di 37 anni, M.B. , residente a Capaccio, rischia il processo in virtù della richiesta di rinvio a giudizio a firma della Procura di Salerno. Per lui l'accusa è di maltrattamenti verso parenti e familiari, oltre che di lesioni e violenza sessuale. Più volte l'uomo avrebbe la moglie appellandola come donna di malaffare e percosso la stessa con calci e pugni, alla presenza delle quattro figlie minori, accusandola di non essere capace di partorire un figlio maschio. In alcune circostanze la donna ha rischiato anche la vita. Per lo straniero c'è anche la contestazione di aver agito in modo violento alla presenza di minorenni. In questo caso, le sue figlie

"Faccio esplodere la casa"

Ad agosto 2014, M.B. colpì la moglie con un coltello, ferendola all'avambraccio. A gennaio 2015 afferrò un tizzone di legno dal camino e tentò di ustionarle il viso. Anche in quell'occasione, la donna si ferì al braccio, con il quale riuscì a proteggere il volto. Un terzo episodio, forse il più grave, il 37enne algerino tentò di investire la donna mentre si allontanava dall’abitazione, visibilmente spaventata. La stessa, oltre ad essere stata privata dei documenti di identità al fine di evitare che potesse rientrare in Marocco, nell’aprile 2016 fu costretta ad avere rapporti sessuali con l’uomo che continuava a ripetere che in caso di rifiuto avrebbe fatto esplodere l’abitazione. A riguardo, recise persino il tubo del gas della stufa. Quella volta la moglie riuscì a scappare e, a chiedere aiuto. Poi l'apertura di un'indagine nei confronti del marito violento