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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Migranti: messa per le 26 giovani volate in Cielo, sul caso interviene anche Giordano (M5S)

La Caritas: "Nel pieno rispetto delle religioni, delle tradizioni e dei costumi, la messa va intesa come un pensiero nei confronti di un familiare"

Sarà celebrata domenica 12 novembre alle ore 10, presso la chiesa di san Domenico in Largo S. Tommaso D'Aquino, una messa in ricordo delle ventisei nigeriane morte nella traversata della speranza, in mare. Nel pieno rispetto delle religioni, delle tradizioni e dei costumi, la messa  va intesa come un pensiero nei confronti di un familiare. "Abbiamo scelto come simbolo per loro, un fiore: il bucaneve o stella del mattino - si legge sulla nota stampa della Caritas-  che è ritenuto simbolo di speranza e di consolazione, di passaggio dal dolore a un nuovo inizio per via dello sbocciare di alcune sue specie quando il clima è ancora freddo, spingendo le foglie attraverso il suolo ghiacciato dalla neve, di solito prima del secondo giorno di febbraio, giornata per la vita (Candelora)".

L'intervento di Silvia Giordano (M5S) per le 26 vittime:

“L’episodio di Salerno, che il prefetto Salvatore Malfi ha definito giustamente una tragedia dell’umanità ci ha spinto a chiedere al ministro dell’Interno di rivedere gli accordi presi con la Libia sulla gestione dei flussi. Infatti, da quanto emerge dagli atti della Commissione parlamentare sulle mafie, questi tragici viaggi si svolgono anche grazie alla connivenza di alcuni segmenti delle autorità locali, che metterebbero a disposizione siti e spazi pubblici, come prigioni o vecchie caserme, dove i migranti sono raccolti e via via imbarcati. Ed è in queste prigioni libiche che si consumano spesso atti di violenza e di maltrattamento nei confronti di chi spera di imbarcarsi e giungere in Europa per sfuggire alle guerre che lacerano i loro paesi di origine. Scenario che, anche la Procura di Salerno, ipotizza abbia causato la morte di queste giovani nigeriane. Inoltre, dal nuovo piano di gestione dei flussi non è stato ancora possibile conoscere le modalità e gli strumenti che le autorità libiche impiegherebbero per limitare le partenze, né quali azioni di prevenzione e contrasto siano indotte nei confronti dei segmenti deviati delle forze dell’ordine e di quelle armate”. 

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