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Cronaca

Un catamarano sequestrato ai mafiosi arriva al “Vico-De Vivo” di Agropoli

L’imbarcazione sarà, da subito, inquadrata come laboratorio didattico mobile di Navigazione per gli allievi dell’indirizzo Trasporti e Logistica Conduzione del Mezzo Navale

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Mentre la scuola oggi si costringe, fra l’altro, al numero di iscrizioni per guadagnare boccate di ossigeno e per questo indispensabile nobile fine deve adoperarsi fattivamente in termini qualitativi, la Dirigente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Vico-De Vivo”, nella persona di Teresa Pane, carica d’entusiasmo e soddisfazione rivela la recente buona novella: l’istituzione è stata dotata di un catamarano sottratto ai mafiosi. La scuola si arricchisce di un bene confiscato alle mafie, il tesoro dei boss – in questo caso - diventa impresa sociale. Nel lontano 1982 con la Legge Rognoni – La Torre (legge n. 646 del 1982) si cominciò a trovare la soluzione in merito alla modalità di gestione del patrimonio accumulato illecitamente dalle organizzazioni criminali. Con questa normativa insieme agli ulteriori successivi rimaneggiamenti della legislatura contro la mafia sono state attivate le più opportune misure riguardanti il sequestro dei beni delle organizzazioni malavitose che rivestono una notevolissima importanza perché volte a colpire il patrimonio accumulato illecitamente dalle organizzazioni criminali. Il precipuo fine dei provvedimenti di sequestro e confisca non si traduce esclusivamente come un colpo contro il soggetto socialmente pericoloso, ma mira specialmente a sottrarre i beni di origine illecita dal circuito economico dell’organizzazione criminale. “Soggetti destinatari dei provvedimenti di sequestro e confisca sono, tra gli altri, gli indiziati di appartenere ad associazione mafiose, coloro che sono dediti abitualmente a traffici delittuosi ovvero che vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose. In caso di morte possono essere applicate anche nei confronti dei loro eredi o aventi causa. Competenti a proporre tali misure sono il procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo di distretto ove dimora la persona, il questore e il direttore della Direzione investigativa antimafia, che a tal fine effettuano tutti gli accertamenti necessari . Il sequestro è disposto dal tribunale quando il valore dei beni risulta sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta ovvero quando, sulla base di sufficienti indizi, si ritiene che essi siano frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego . Al termine del procedimento, cui partecipano anche gli eventuali terzi interessati – proprietari o comproprietari – il sequestro dovrà essere confermato entro un termine prestabilito da un provvedimento di confisca”. I beni sequestrati e confiscati alle mafie negli ultimi periodi corrispondono, in termini di valore, a vere e proprie finanziarie; per legge devono essere riutilizzati per la collettività, ma mostrano prima di tutto che le cosche possano essere sconfitte. Resta un male da curare la lentezza dello Stato. Passano, infatti, dai cinque anni di media e fino a dieci anni per assegnare i beni confiscati. La collega Patrizia Coluzzi, responsabile della sede coordinata di Castellabate, ecco come dettaglia la notizia: “Al “Vico De Vivo” di Agropoli, con sede coordinata a Castellabate, presto arriverà un’imbarcazione scuola ragguardevole: un catamarano Lagoon 440 di 14,60 m, equipaggiato di tutto punto, con strumentazione di bordo ultramoderna e sofisticata. Si tratta di un bene confiscato alle mafie, che l’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati della Campania ha attribuito all’Istituto Vico De Vivo, a seguito della manifestazione di interesse presentata dall’istituzione scolastica, dopo un lungo e laborioso iter procedurale, che ha visto impegnati seriamente la Dirigente Scolastica Dott.ssa Teresa Pane e il suo staff di collaboratori, con tenacia e caparbietà. L’imbarcazione diventerà il fulcro di una progettazione didattica ambiziosa ed innovativa; il catamarano sarà da subito inquadrato come laboratorio didattico mobile di Navigazione per gli allievi dell’indirizzo Trasporti e Logistica Conduzione del Mezzo Navale, e come laboratorio mobile di chimica per il monitoraggio delle acque costiere. Finalmente anche il Nautico del Vico De Vivo sarà alla pari dei più rinomati e blasonati istituti nautici italiani, tutti dotati di imbarcazioni scuola, sebbene di dimensioni più contenute. Grazie alla disponibilità immediata delle Amministrazioni Comunali di Agropoli e di Castellabate, e del Comandante della Capitaneria di San Marco di Castellabate, l’imbarcazione sarà ormeggiata nei Porti di Agropoli e di San Marco di Castellabate, permettendo così agli studenti di entrambi le sedi di effettuare esercitazioni didattiche di elevato spessore formativo. L’assegnazione del bene alla scuola ha un elevato valore simbolico sociale; si configura come una sana ed encomiabile operazione di restituzione di beni confiscati alla criminalità organizzata alla società civile, pertanto il catamarano diventerà il perno di una progettualità a tutto tondo, che coinvolgerà le scuole del territorio e tutta la comunità locale, con l’intento di affermare con forza l’importanza assoluta dei valori della legalità e di creare dei percorsi formativi di crescita umana, culturale ed edu­cativa, per dimostrare che le mafie non sono invincibili”. L’Istituto d’Istruzione Superiore “Vico-De Vivo di Agropoli acquisisce oggi un catamarano, una particella del tesoro dei boss, una dotazione simbolica che segna la vittoria del cittadino e della nuova generazione, sana e desiderosa di un futuro fatto di giustizia e legalità. “Lo Stato dia come diritto ciò che la mafia dà come favore", affermava il Generale Dalla Chiesa; siamo certi affinchè si possa affermare questa incontestabile verità che i diritti e il lavoro sono le vie per combattere le mafie e per sradicare le ingiustizie. La scuola deve praticare ogni sforzo per incentivare questa preziosa funzione di norma e civiltà. Emilio La Greca Romano

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