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Cronaca Cava de' Tirreni

Scambio elettorale politico-mafioso, la Cassazione: "No al carcere per Polichetti"

I giudici della Suprema Corte hanno respinto la richiesta di arresto presentata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, che era stata, invece, accolta dal tribunale del Riesame

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’ex vice sindaco di Cava de’ Tirreni, Enrico Polichetti, respingendo la richiesta di arresto presentata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, che era stata, invece, accolta dal tribunale del Riesame.

Le accuse

Il politico cavese è finito nel mirino della Procura con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Il suo nome, infatti, nell’inchiesta più ampia, quella di associazione per delinquere finalizzata all’usura, estorsione e spaccio di droga. Per gli inquirenti i due filoni di indagini sarebbero paralleli. A fare il nome di Polichetti metelliano è stato il pentito Giovanni Sorrentino, secondo il quale avrebbe ottenuto l’appoggio di Zullo e dei suoi familiari in occasione delle ultime elezioni amministrative. Di qui l’inizio del processo lo scorso mese di giugno.

La sentenza

Per i giudici della Suprema Corte durante l’udienza il Riesame aveva “privato la possibilità alla difesa di confutare adeguatamente gli ulteriori elementi prodotti dal pm” ed aveva avuto soltanto tre ore a disposizione con tanto di sospensione. Non solo. Ma, nel ricorso presentato, l’avvocato di Polichetti ha allegato anche l’impossibilità del suo assistito di essere rinchiuso in carcere per via delle sue condizioni di salute. La richiesta di arresto per il politico metelliano era stata già respinta dal gip, in fase d'indagine preliminare e poi una prima volta sempre dalla Cassazione. La discussione è stata rinviata ad una nuova udienza.

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