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Cronaca Cava de' Tirreni

Cava, sparò al vicino per il rumore del tagliaerba: sarà processato per omicidio

Cambia l'accusa per l'83enne Giuseppe Milite, accusato della morte di Carmine Mosca, 88enne contadino, morto in ospedale dopo venti giorni di coma. Alla base del gesto una lite per futili motivi, frutto di un lungo pregresso tra i due anziani

Sparò al vicino di casa, che morì dopo 20 giorni di coma. La procura cambia l’accusa per l’83enne Giuseppe Milite e ne chiede il processo per omicidio aggravato da futili motivi. Sullo sfondo, il decesso dell’88enne Carmine Mosca. La richiesta di giudizio immediato, con fatti accertati già quando il fatto fu consumato, è stata avanzata dal sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti presso il tribunale di Nocera Inferiore. La vicenda risale al 12 aprile del 2016, consumati nei pressi di Sgobbo, località nella frazione di Santa Lucia, a Cava de’ Tirreni. Fu l’ennesima lite di vicinato tra i due a fare da preludio alla tragedia, con un pregresso di infinite discussioni noto a tutti, amici e residenti, che ruotava sempre intorno a vicende di poco conto. Pare che uno dei motivi principali dei litigi fosse la gestione di due piccole porzioni di terreno, confinanti tra le case dei due anziani. A questo, si aggiunse un tosaerba che quel giorno pare facesse più rumore del solito, fastidioso al punto da spingere Milite ad armarsi di una pistola semiautomatica calibro 7,65. Raggiunto quello che riteneva essere il suo "nemico", gli puntò la pistola esclamando: «Vuoi vedere come ti sparo?». Il proiettile che partì colpì l’88enne all’addome. Erano all’incirca le 11 del mattino. 

Solo l’intervento dell'ambulanza con la corsa all’ospedale Santa Maria Incoronata dell’Olmo riuscì a tenere in vita l’uomo. Milite fu invece arrestato dai carabinieri della tenenza locale e condotto in carcere. Il gip, in una fase successiva, dispose per lui gli arresti domiciliari. Carmine Mosca fu tuttavia sottoposto ad una prima operazione, a causa di una lacerazione dell’intestino. Perse molto sangue e con il conseguente calo di pressione, fu trasferito in terapia intensiva e poi in reparto, per l’operazione chirurgica. Per almeno venti giorni lottò tra la vita e la morte. Poi il decesso. Con la morte dell’anziano, la procura aveva poi proceduto ad una nuova contestazione, quella di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. L’indagine condotta dai carabinieri della tenenza di Cava de’ Tirreni portò gli inquirenti a raccogliere testimonianze di chi conosceva i due anziani e a ricostruire il pregresso che c’era dietro, oltre ad accertare l’utilizzo della pistola quel giorno da parte di Milite. Elementi ritenuti sufficienti per spingere la Procura di Nocera Inferiore a chiedere il giudizio immediato per l’83enne, difeso dall’avvocato Giovanni Palumbo. 

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