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Cronaca Battipaglia

Clan De Feo: estorsioni e minacce alle imprese casearie, arrestati il capo e un affiliato

In particolare, in un episodio estorsivo, i due avevano tagliato la strada ad un veicolo della ditta di cui la vittima è titolare, costringendo l’operaio a non distribuire i prodotti per la vendita

E' stato eseguito dalla Dia, guidata dal Tenente Colonnello Giulio Pini, nelle prime ore di questa mattina, l'arresto di due indagati, già in carcere per altri motivi, come richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia: l'accusa è di estorsione, con l'aggravante del metodo camorristico, ai danni di un imprenditore caseario della Piana del Sele. A finire ulteriormente nei guai, il 52enne battipagliese Vito De Feo, già detenuto nel carcere di Lanciano, vertice dell'omonimo clan di Camorra attivo nella Piana del Sele e Massimo Romano 34enne di Eboli, già ai domiciliari e affiliato al clan camorristico De Feo. Preziosi, i risultati delle indagini condotte dalla Dia di Salerno, integrate dalle intercettazioni telefoniche e ambientali risalenti all'estate e all'autunno dello scorso anno, nonchè dalle testimonianze di persone informate sui fatti e dalle conversazioni whatsapp. E' stato, infatti, possibile ricostruire le minacce e le intimidazioni messe in atto dai due arrestati nei confronti dei dipendenti dell'imprenditore preso di mira e a quest'ultimo dirette, attraverso un modus operandi tipicamente camorristico.

I dettagli

In particolare, in un episodio estorsivo, i due avevano tagliato la strada ad un veicolo della ditta di cui la vittima è titolare, costringendo l’operaio a non distribuire i prodotti per la vendita. Tutte le minacce erano, in sostanza, finalizzate a impedire la libera commercializzazione, da parte delle vittime, del latte e dei prodotti da esso derivati nell’area “controllata” dal clan De Feo.

Gli arresti

Il capo clan Vito De Feo, dunque, è stato confermato presso l’attuale istituto di detenzione, mentre Romano è stato trasferito nella casa circondariale di Salerno. Il provvedimento di oggi si colloca in un contesto investigativo ampio, emerso con gli arresti dello scorso aprile e grazie al quale è stata accertata l'esistenza del clan De Feo nella Piana del Sele e la sua operatività nel tentare di controllare il territorio, attraverso minacce ed estorsioni ai danni degli imprenditori locali.

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