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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Quaranta chili di cocaina ed estorsione, blitz della Finanza: coinvolti operatori portuali di Salerno

Erano stati incaricati dal gruppo camorristico nel gennaio 2015 di agevolare l'uscita dal porto di un container frigo proveniente dall'Ecuador con un carico di banane, che però celava all'interno del vano motore 40 chili di cocaina

Maxi operazione congiunta tra Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata e i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Salerno per sgominare il clan Batti, attivo nei comuni di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e zone limitrofe.   Carabinieri e Fiamme gialle hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare emesse nell'ambito del medesimo procedimento dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 11 persone, 9 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, ritenuti promotori o affiliati o agevolatori di una nuova associazione mafiosa armata. Tra glik arrestati c'è anche uno scafatese.

I reati contestati

Risultano indagati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di arma da fuoco, estorsione e violenza privata, aggravate dal metodo mafioso e dallo scopo di favorire il clan Batti. 

Due indagini

Due filoni, due binari paralleli.  La prima ordinanza di custodia cautelare trae origine da un'attività di indagine svolta tra la fine del 2013 e la fine del 2014 dal Nucleo Investigativo di Torre Annunziata e focalizzata sull'esistenza e operatività del nuovo clan, dedito, prevalentemente, al commercio di stupefacenti (cocaina, marijuana ed hashish) 

Il coinvolgimento dei salernitani

La seconda ordinanza di custodia cautelare deriva da un' ulteriore attività investigativa svolta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno sotto la conduzione della locale D.D.A. - successivamente trasmessa per competenza al paritetico organo distrettuale di Napoli - e ha evidenziato la capacità del sodalizio criminale di approvvigionarsi di considerevoli quantità di droga. In tale contesto è stato dimostrato come nelle operazioni di approvvigionamento illecite siano stati  coinvolti finanche operatori portuali di Salerno, incaricati dal gruppo camorristico nel gennaio 2015 di agevolare l'uscita da quel porto di un container frigo proveniente dall'Ecuador con un carico di banane, che però celava all'interno del vano motore un grosso carico di stupefacente.

Il retroscena

In quell'occasione due dipendenti di una società di spedizione non sono riusciti a recuperare la sostanza stupefacente a causa di inaspettate complicazioni burocratiche e il container, svuotato delle sole banane, è stato reimbarcato su una nave diretta a Rotterdam. Una volta giunta nel porto olandese, la nave veniva sottoposta a perquisizione grazie ad apposita segnalazione dei Finanzieri del GICO di Salerno, consentendo così di rinvenire e sottoporre a sequestro, ancora occultati nel vano motore, 40 chili di cocaina per un valore stimato di circa € 1.200.000,00.

La reazione

La perdita dell'ingente carico generava la reazione adirata del clan Batti, che pretendeva di essere risarcito da tutti i soggetti ritenuti responsabili del mancato recupero della sostanza stupefacente. Le successive pressioni e minacce - perpetrate sia attraverso pestaggi, sia con l'esplosione di colpi d'arma da fuoco – costringevano uno degli indagati a vendere la propria abitazione per consegnare al capo dell'organizzazione il denaro perso. L'attività investigativa, durata quasi due anni, è stata sviluppata non senza difficoltà, dovute anche ai continui accorgimenti e alle precauzioni adottate dagli indagati: incontri de visu in aree ad alta densità criminale, frequenti cambi di utenze telefoniche (intestate a nominativi di fantasia) e di apparecchi cellulari, utilizzo di un linguaggio estremamente criptico sono alcuni degli ostacoli che gli investigatori hanno dovuto superare per ricostruite le dinamiche delle trattative poste in essere dal sodalizio. Nel medesimo contesto operativo, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro, fino ad un valore di circa € 2.500.000, finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati, in capo ai quali è emersa una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati e l'effettiva situazione patrimoniale, ricostruita con il supporto del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO) della Guardia di Finanza


 

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