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Cronaca Battipaglia

Scandalo a Battipaglia: il Comune era "in mano" ai Casalesi

Il caso del Comune di Battipaglia rivela loschi affari che permettono di toccare con mano il filo sottile che intercorre, purtroppo, tra alcune gestioni pubbliche e la malavita

Decisamente inquietante osservare come il Comune di Battipaglia, nei fatti, rappresentava un giocattolo nelle mani del clan dei Casalesi. Altrettanto allarmante, appurare quanto fondata sia la paura espressa dal Procuratore di Salerno, Franco Roberti, in merito a possibili "infiltrazioni di esponenti e ditte del clan dei casalesi nei lavori banditi dalle pubbliche amministrazioni salernitane".

Lo scandalo di Battipaglia che getta un manto di vergogna in primis sul sindaco, Giovanni Santomauro, accusato , oltre che di turbativa d’asta, concussione aggravata e abuso d’ufficio, anche di concussione sessuale, rivela loschi affari che permettono di toccare con mano il filo sottile che intercorre, purtroppo, tra alcune gestioni pubbliche e la malavita, celata dietro volti di persone apparentemente pulite.

N.M., l'imprenditore arrestato ieri ha come precedente solo una denuncia risalente all'87. Peccato, però, che in realtà mantenesse rapporti apicali con figuri appartenenti alla camorra casertana e che sia cugino del braccio destro di un noto boss. Come scritto dal gip Zarone, N.M. per non esporsi in prima persona, si è servito di società intestate formalmente a terze persone.

Ma a risolvere problemi e a mantenere i rapporti con politici, tecnici, funzionari, era sempre lui. Libero di concedere subappalti e quant'altro, alla Dia si presentava, quindi, come geometra dell'impresa. Agendo nell'ombra, dunque, i Casalesi avevano nelle loro mani il Comune di Battipaglia.

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