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Caso Crescent, indagato Rainone: spunta la presunta telefonata minatoria

"E' lei Salustro? Abita...in via….numero…? Ha due figli? Se ci tiene non venga più a Salerno". Questa sarebbe la telefonata minatoria, a cui seguì un versamento, ritenuto illegittimo, da parte del Comune, di oltre 1 milione per Cogefer

"E’ lei Salustro? Abita a...in via….numero…? Ha due figli? Se ci tiene non venga più a Salerno". Questa sarebbe la telefonata minatoria, a cui seguì un versamento, ritenuto illegittimo, da parte del Comune, di oltre 1 milione di soldi pubblici per convincere Cogefer  a rinunciare al ricorso al Tar sulla concessione dei diritti edificatori per la costruzione del Crescent. Corrado Salustro, destinatario della telefonata, titolare della ditta Cogefer che dopo essersi visto aggiudicare l’appalto dell'opera di Bofill, ne ha subito la revoca dal Comune: dopo una sentenza del Consiglio di Stato l'edificazione del Crescent è spettata all’Ati dei fratelli Rainone.

Nonostante la presunta minaccia, ad ogni modo, la Cogefer decise di partecipare all'asta. Gli autori di quella telefonata del 2010 ad oggi sono rimasti ignoti, ma gli inquirenti ipotizzano una tentata turbativa d’asta da parte del costruttore Aldo Rainone di Sarno, amministratore unico della Rcm Costruzioni. L'altra nuova accusa spuntata nel caso, è di abuso di ufficio a tre dirigenti comunali che per la Procura hanno restituito alla Cogefer una cauzione illegittima di oltre 1 milione.

Non si lascia attendere, il commento di Eugenio Rainone:  “Rispetto a questa vicenda non posso nascondere la mia personale sensazione: quella di essere di fronte ad un film tra il fantasioso e il romanzesco ora come protagonista ora come spettatore. Il fatto che i protagonisti di questo film ruotano sempre intorno al Crescent che da importante progetto di riqualificazione urbana e trasformazione urbanistica si è trasformato in bersaglio di polemiche spesso pretestuose ed infondate. Dopo che questa estate sono stato io stesso destinatario di una singolare informazione di garanzia, sono rimasto piú che stupito oltre che molto amareggiato dall’invio di un ulteriore avviso di garanzia, questa volta a mio padre, quale amministratore unico della RCM Costruzioni. E questo non solo  perché l’onestá , la lealtà e la professionalità di mio padre è nota a tutti, argomento questo poco efficace sul piano giuridico, ma anche perchè nell’enucleazione contenuta nell’informazione di garanzia, il collegamento tra la presunta minaccia e la figura di mio padre sembra venga desunto dalla sua posizione quale amministratore unico della Rcm capofila dell’Ati RCM/Ritonnaro/Favellato costituita per partecipare alla gara", ha spiegato.

"Insomma, dal semplice fatto che l’Ati era l’unica contro interessata all’aggiudicazione dei diritti edificatori sembra che derivi automaticamente una presunzione di responsabilità della Rcm, quale capofila, nella persona del suo amministratore. Con questo ovviamente non intendo muovere critiche al lavoro dei magistrati verso il cui operato comunque continuo ad avere piena fiducia, convinto di poterci difendere già in questa fase acquisendo gli atti per verificare eventuali elementi a nostro carico”, ha concluso.

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