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Cronaca Eboli

Scarichi abusivi nel fiume Sele: scattano i sigilli ad un noto caseificio

I militari della Capitanerie di Porto e i volontari dell'associazione culturale Krons hanno scoperto la presenza di una tubazione che riversava copiosamente acque di colore bianco direttamente nel canale consortile denominato "Lignara"

Blitz dei militari della Capitaneria di Porto e dei volontari dell’associazione culturale Krons all’interno di un noto caseificio di Eboli specializzato nella produzione di mozzarella di bufala e prodotti caseari. Dopo aver monitorato i corsi d’acqua superficiale che confluiscono nel fiume Sele hanno notato la presenza di una tubazione che riversava copiosamente  acque di colore bianco direttamente nel canale consortile denominato “Lignara”, nel tratto in cui attraversa l’agro del comune di Eboli. Questo liquido, per tipologia ed olezzo, era riconducibile agli scarti della lavorazione casearia. E, infatti nelle sue vicinanze, sorgeva proprio la sede dell’azienda casearia. Lo scarico abusivo in corso provocava una consistente colorazione ed alterazione delle acque consortili che, successivamente, finivano nel fiume Sele a poca distanza dalla sua foce. 

Per questa ragione i militari hanno svolto una capillare ispezione dell’intero sistema di regimentazione delle sue acque, formato da numerose canalizzazioni interrate e da pozzetti superficiali. Nel corso della perquisizione hanno anche accertato la presenza di scoli di immissione ricavati nel pavimento delle sale di lavorazione ed occultati mediante il posizionamento di piastrelle amovibili.E, alla fine, usando anche traccianti colorati che hanno consentito l’esatta individuazione di tutti gli scarichi, hanno accertato che l’intero reticolo di regimentazione delle acque realizzato all’interno della azienda ha come recapito finale la tubazione che poi sversava nel canale Lignara, e dove sarebbero dovute essere convogliate esclusivamente le acque meteoriche e quelle depurate provenienti dai filtraggi.

Inoltre ulteriori indagini hanno consentito di scorprire che il caseificio in questione non aveva mai conferito ad alcuna ditta autorizzata le acque reflue industriali prodotte dall’attività esercitata e che la stessa tubazione finale che sfocia nel canale consortile era già stata sottoposta a sequestro nel 2015 a seguito dell’accertamento di fatti analoghi. I militari della Guardia Costiera, quindi, hanno proceduto al sequestro preventivo dell’intero sistema di regimentazione delle acque utilizzato dal titolare del caseificio, che è stato deferito alla competente Autorità Giudiziaria per lo scarico abusivo di acque reflue industriali e per violazione di sigilli.

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