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Cronaca Eboli

Caso Ecoballe, la Cisl: "Assurdo escludere dal tavolo il Comune di Eboli"

Ad intervenire sulla vicenda, anche l'europarlamentare M5S Isabella Adinolfi: "E' l'ennesima dimostrazione che l'apertura di un impianto come quello di Acerra ha risolto ben poco"

La vicenda delle ecoballe di Coda di Volpe di Eboli merita urgentemente una parola di chiarezza secondo la segreteria della Cisl provinciale. “Se è comprensibile la posizione assunta dai cittadini di Acerra è altrettanto auspicabile che gli organi competenti, a partire dall’assessorato all’ambiente della Regione Campania, diano certezze sullo svuotamento del sito di Coda di Volpe – ha osservato il segretario generale della Cisl salernitana, Matteo Buono- In questo momento bisogna unire gli interessi delle popolazioni interessate più che contrapporli, in quanto entrambe sono vittime di una catastrofica gestione dell’emergenza rifiuti che fa sentire ancora i suoi effetti sulla pelle della gente. Appare più che ragionevole che in questa vicenda non prevalgano posizioni strumentali dei partiti, condizionati dalla prossima campagna elettorale”. “Quello che bisogna fare subito - continua Buono - a prescindere se le stesse continueranno ad essere conferite nel termovalorizzatore di Acerra, è rendere pubblico l’esito delle analisi sulle ecoballe di Coda di Volpe, in modo da rassicurare tutti sul loro contenuto. Non è sufficiente affermare da parte dei responsabili di EcoAmbiente che i risultati sono a conoscenza dell’Arpac e della A2A. Allo stesso tempo bisogna rendere trasparenti e tracciabili tutte le operazioni di trasferenza”, ha concluso, sottolineando come sia incomprensibile che dall’incontro di domani in Regione siano stati esclusi sia i rappresentanti del Comune di Eboli che della società EcoAmbiente.

Ad intervenire sulla vicenda, anche l'europarlamentare M5S Isabella Adinolfi: "Sono giorni che i cittadini di Acerra sono in mobilitazione contro il trasferimento della spazzatura, negli oramai famosi forni in provincia di Napoli per il cosiddetto utilizzo finale. Appare evidente che il problema è l'esistenza di un impianto di incenerimento dei rifiuti alla fine del ciclo. Oramai, dopo anni di lotte e informazione dal basso, fatta dai cittadini per i cittadini, è noto a tutti quanto sia dannoso utilizzare questa metodologia: inquinante, antieconomica e contro tutte le leggi naturali. Se la regione Campania avesse provveduto all'adozione di impianti di trattamento meccanico manuale a quel punto della filiera, adottando la strategia rifiuti zero, queste manifestazioni non ci sarebbero state oggigiorno", ha detto.

"E' l'ennesima dimostrazione che l'apertura di un impianto come quello di Acerra ha risolto ben poco, per cui la costruzione e l'apertura di altri due impianti può già essere considerato un errore colossale, proprio perché la percezione del cittadino campano riguardo questi impianti è profondamente cambiata da quando si andava in televisione a parlare di zero emissioni. Gli inceneritori inquinano le nostre terre, e la realizzazione di un inceneritore è l'inizio del problema, non la fine", conclude Adinolfi.

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