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Cronaca Fisciano

Cellulari intestati all'Università ma usati a scopo personale: docente prosciolto

Resta invece in piedi la posizione del direttore del Dipartimento di Ingegneria, per il quale la procura ha chiesto il processo. A decidere sarà il gip- Archiviata la posizione di un docente, che ha dimostrato la sua innocenza nell'uso del telefono

Si chiude con un’archiviazione e una richiesta di rinvio a giudizio l’indagine condotta dalla Procura di Nocera Inferiore sull’uso non didattico che due dipendenti del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione Elettrica e Matematica applicata dell'Università di Fisciano avrebbero fatto di tre telefoni cellulari. Ad essere indagati erano C.D.A. e M.V., rispettivamente docente e direttore del Dipartimento. Sullo sfondo l’acquisto che l’ufficio effettuò alla fine del 2014 di tre telefoni cellulari, due Iphone 64 assegnati a C.D.A. e un Iphone 6 plus nelle disponibilità di M.V. Gli apparecchi servivano alla realizzazione di App su dispositivi smartphone e alla loro valutazione. Tempo dopo, l’Università segnalò con una circolare la «non corretta gestione dei contratti attivati», richiamando una direttiva ministeriale del 30 ottobre 2001 che - in ottica di contenimento della spesa - subordinava l’uso di telefonia mobile alle sole esigenze di reperibilità del beneficiario. Successivamente, alla procura nocerina giunse un dettagliato esposto anonimo sulla stessa circostanza, spingendo la polizia giudiziaria ad eseguire accertamenti sull’uso di quei cellulari, con le indagini coordinate dal sostituto procuratore Amedeo Sessa.

Ebbene, la posizione di C.D.A. è ora stata archiviata, con il magistrato che ha richiamato l’esito delle indagini difensive condotte dai suoi avvocati difensori. E che in sostanza hanno dimostrato che quei telefoni non erano mai stati utilizzati per uso personale ma per esigenze didattiche, «ben illustrate e provate in memoria». Tesi accolta dallo stesso gip Luigi Levita, che ha accolto l’archiviazione. Diverso il discorso per M.V. , accusato di aver inserito la sua personale scheda Sim nel cellulare acquistato dal Dipartimento. Secondo il suo difensore, così come richiamato nel dispositivo del pm, «tale comportamento sarebbe stato indotto, in buona fede, da un provvedimento amministrativo che aveva costretto M.V. a trasformare una Sim, intestata all’Università, in una a lui intestata, mantenendo lo stesso numero di telefono, che sarebbe stato sempre usato per esigenze connesse al suo status di Direttore del Dipartimento». Per la procura si configura l’elemento oggettivo del reato, ma ogni valutazione sarà fatta dal gip in udienza preliminare, in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio. M.V.  è indagato formalmente con l’accusa di peculato.  

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