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Cronaca

Fonderie Pisano, ventuno sindaci contro la delocalizzazione in provincia

In un documento congiunto ribadiscono che "la presenza di Aree Sic e Zps, oasi, parchi ed enti naturalistici di valenza regionale e nazionale, rende irrealizzabile la collocazione di industrie pesanti e dall’alto impatto inquinante nel nostro territorio"

Ventuno sindaci della provincia di Salerno alzano le barricate rispetto alla possibile delocalizzazione, nei loro territori, delle Fonderie Pisano di Salerno. Di concreto non c’è ancora nulla, ma a breve si dovrebbero conoscere le aree che sarebbero state individuate dalla proprietà e della Provincia per favorire il trasferimento dello storico impianto di via Dei Greci in un’area lontana dai centri abitanti. A firmare un vero e proprio documento anti-Fonderie Pisano sono i primi cittadini di Auletta, Buccino, Caggiano, Campagna, Castelnuovo di Conza, Contursi Terme, Calabritto, Caposele, Laviano, Oliveto Citra, Palomonte, Petina, Pertosa, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Sicignano degli Alburni, Senerchia e Valva. Ribadiamo – si legge nel documento -  la nostra contrarietà al trasferimento dello stabilimento salernitano. La presenza di Aree Sic e Zps, nonché di oasi, parchi ed enti naturalistici di valenza regionale e nazionale, rende irrealizzabile la collocazione di industrie pesanti e dall’alto impatto inquinante nel nostro territorio”.

Non solo, ma i sindaci salernitani annunciano l’invio, ai competenti enti, di specifiche relazioni tecniche a testimonianza dei sistemi vincolistici insistenti sulla loro area di competenza e le conseguenti compromissioni negative, in caso di allocazione delle Fonderie Pisano, delle filiere turistiche, agricole, culturali, naturalistiche, ambientali ed enogastronomiche che caratterizzano i comprensori del Sele-Tanagro-Alburni.

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