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Fonderie Pisano: parte il ricorso contro la riapertura dell'impianto

E' in via di notifica il ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l'annullamento dell'ordinanza che ha consentito alla proprietà delle Fonderie Pisano di riaprire l'impianto

Il Comitato e l'associazione Salute e Vita annunciano battaglia contro l'ordinanza n 174/18 del Tar della Campania. E' in via di notifica, infatti, il ricorso al Consiglio di Stato per chiedere l'annullamento dell'ordinanza che ha consentito alla proprietà delle Fonderie Pisano di riaprire l'impianto nonostante la Regione Campania avesse espresso parere sfavorevole al rilascio del procedimento di VIA e avesse revocato l’ AIA.

L'annuncio

"Tale decisione è in aperta contrapposizione non solo con la recente sentenza della Corte Costituzionale che, esprimendosi in merito al decreto ILVA ha stabilito l’incostituzionalità dello stesso e che il diritto alla salute debba prevalere su quello al lavoro, ma anche con i trattati dell’Unione Europea che pongono la protezione della salute umana fra gli obiettivi della politica comunitaria in materia ambientale - spiegano Carla Cirillo e Lorenzo Forte - Nel ricorso, il prof. avv. Sandro Amorosino, avv.ti Francesco Lanocita e Simona Corradino,  hanno evidenziato come i giudici, nella contrapposizione tra due valori costituzionali molto rilevanti, il diritto alla salute e quello al lavoro, ha privilegiato la prosecuzione di un’attività d’impresa che, nel corso degli anni, si è distinta per le numerosissime inadempienze certificate che hanno determinato pesanti criticità sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Di fatto - incalzano - essi hanno totalmente ignorato le recenti relazioni dell’ARPAC depositate a giudizio, che confermano le abnormi criticità riscontrate sia nel 2015/2016 che nel 2017 (nonostante le solenni dichiarazioni rese dalla Società di aver ottemperato alle prescrizioni volte al superamento delle criticità contestate), e sia degli allarmati risultati preliminari dello studio SPES, anch’essi tra gli atti del giudizio. In sostanza sono state accolte le istanze dell’imprenditore che viola la legge, mentre sono state ignorate le conclusioni tecnico-scientifiche riportate in atti prodotti da enti pubblici. Questi ultimi dimostrano in maniera inequivocabile il danno gravissimo ed irrimediabile provocato all’ambiente e alla salute pubblica a causa del persistere del grave inquinamento causato dal mal funzionamento dell’opificio industriale ormai obsoleto negli impianti e nella gestione". Dal comitato e dall'associazione, infine, spiegano che, dal giorno succesivo all'ordinanza del Tar ed in concomitanza con la riapertura delle Fonderie, le emissioni acri provenienti dall'impanto avrebbero invaso nuovamente i comuni di Salerno, Pellezzano e Baronissi. "L’attività della Pisano è ripresa quindi con le stesse modalità di sempre, in totale spregio delle norme ambientali e delle prescrizioni fondamentali contenute nell’AIA del 2012" concludono.

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