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Cronaca Scafati

Rifiuti speciali smaltiti come normali per gonfiare le fatture: 5 arresti

Nel mirino dei carabinieri del Noe di Roma anche i soci e gestori di fatto di due imprese situate nel comune di Scafati

Frode nelle pubbliche forniture, induzione indebita a dare o promettere utilità, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico. Sono questi i reati ipotizzati in base ai quali, questa mattina, il Nucleo Operativo Ecologico-Noe Carabinieri di Roma ha eseguito cinque ordinanze di arresti domiciliari emesse dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Velletri nei confronti di due soci e gestori di fatto delle imprese e con sede legale nel comune di Scafati, 48enne e 41enne; dei due responsabili della filiale di Ardea (Rm) e di un geometra impiegato presso quest’ultimo Comune. 

L'indagine, avviata nel marzo 2014, ha permesso ai militari dell'Arma di accertare come l'impresa, aggiudicataria nel 2010 dell'appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani nel comune di Ardea, tuttora in essere, avesse frodato quest'ultimo Ente, addebitandogli costi non dovuti per i rifiuti speciali, con la compiacenza del geometra, funzionario comunale impiegato presso l'ufficio tecnico, responsabile del procedimento e direttore dei lavori nell'ambito dell'appalto in questione. In particolare attraverso alcune intercettazioni telefoniche e telematiche, nonché videosorveglianza e servizi di osservazione, le indagini hanno dimostrato come, tra aprile e settembre 2014, la società avesse asportato, in violazione alla normativa ambientale, che prevede l'avvio presso appositi centri di trattamento autorizzati, le parti metalliche da apparecchiature elettriche ed elettroniche depositate come rifiuti, miscelando i resti di queste ultime con quelli ingombranti portati dai cittadini presso le isole ecologiche mobili ubicate sulla pubblica via per sopperire all'assenza di un centro fisso di raccolta comunale.

Successivamente, gli scarti miscelati venivano trasportati all'impianto di trattamento rifiuti gestito da una società garantendo in questo modo consistenti guadagni sui costi di gestione e smaltimento a danno del comune. Nello stesso periodo sono state documentate 21 operazioni illegali di miscelazione, trasporto e smaltimento di rifiuti pericolosi e non, per un totale di 710 tonnellate. E' stato inoltre accertato come una delle società avesse mischiato in sette episodi i rifiuti ingombranti prelevati nell'ardeatino con quelli dell'altra azienda che svolge un analogo servizio di raccolta pubblica per conto di due comuni dell'hinterland romano, per complessive 110 tonnellate, incassando i relativi costi di gestione e smaltimento dal comune di Ardea. L'inchiesta, inoltre, ha scoperto anche come le operazioni di pulizia e sanificazione dei mezzi usati per la raccolta dei rifiuti, con oneri a carico dell'appaltatore scafatese, non venissero eseguite secondo quanto prescritto nel Capitolato Speciale d'Appalto.

Non solo. Ma è stato scoperto come uno degli amministratori di fatto della società indagata fosse stato indotto dal geometra comunale a prorogare il contratto con contestuale incremento del livello retributivo nei confronti di un dipendente, risultato essere suo parente, prospettando, in caso contrario, la risoluzione del contratto d'appalto. Inoltre, il funzionario pubblico ha attestato falsamente di aver svolto le verifiche nei confronti di una delle società, in concorso con i responsabili di quest'ultima, i quali ne sollecitavano le emissioni, e che le prestazioni erano state regolarmente svolte, consentendo così la liquidazione delle fatture relative all'esecuzione del contratto d'appalto per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani. 
 

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