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Cronaca Sarno

Giovanni Amendola: la storia di uno dei grandi politici del '900

Amendola, dopo la marcia su Roma divenne uno dei più strenui oppositori al fascismo. Prese una forte posizione dopo il delitto Matteotti, fu uno dei fautori della Secessione dell'Aventino ed uno dei firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti

Giovanni Amendola, parlamentare e ministro del Regno d'Italia, fu uno dei principali oppositori al fascismo. Il padre di Giovanni, Pietro Amendola, era sarnese ma, a causa del suo lavoro di carabiniere dovette frequentemente cambiare residenza. Quando aveva solo due anni, infatti, Amendola dovette trasferirsi in Toscana e poi a Roma. Divenuto giornalista collabrò con diversi giornali italiani e, nel 1919, venne eletto alla Camera dei Deputati nel colleggio di Salerno.

Divenne ministro delle Colonie durante il governo Facta e fondò, insieme ad Andrea Torre, il giornale Il Mondo. Dopo la marcia su Roma, Amendola, divenne uno dei più strenui oppositori al fascismo finendo anche con l'essere bastonato tra le strade della capitale. Dopo il delitto Matteotti, poi, scrisse un lungo articolo sul Mondo, in cui attaccò durante il regime di Mussolini. Fu uno dei fautori della secessione dell'Aventino ed uno dei firmatari del Manifesto degli Intellettuali Antifascisti. Venne, quindi, nuovamente aggredito e non potè fare altro che fuggire in Francia dove, qualche mese dopo, morì a causa delle ferite riportate durante l'episodio. A Sarno è presente una lapide commemorativa in onore di Amendola che ricorda le sue origini sarnesi.

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