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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il biologo, il dottore Luigi Terracciano: test e analisi sierologiche

A Cura di Valentina Busiello.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di SalernoToday

Il Biologo, il Dottore Luigi Terracciano, professionista del settore Analisi Cliniche, specializzato in Biochimica e Chimica Clinica. Afferma: “Preliminarmente vi è da dire che l'esecuzione dei test sierologici contribuisce insieme alle misure di contenimento come disinfezione, sanificazione, protezione e distanziamento, alla difesa dall'epidemia Covid19. E' stato fondamentale adottare le suddette procedure che ritengo andrebbero applicate sempre come del resto vengono fatte da sempre nel nostro ambiente lavorativo, perché il nostro pericolo non e’ dato solo dal Covid19, ma da tutte le malattie infettive, che è bene ricordare: esistevano prima ed esisteranno sempre. Quindi ben vengano queste precauzioni. Ma la cosiddetta Fase Due e soprattutto poi la Fase Tre sono argomenti più interessanti. Pensando a Settembre o Ottobre, si discute su un'eventuale riacutizzarsi della pandemia da Coronavirus, in tal senso sono ottimista in quanto è certo che adottando quotidianamente una serie di misure contenitive, con medici arricchiti di esperienze sull'uso dei farmaci che si sono dimostrati efficaci ed con un sistema sanitario più attrezzato sicuramente il virus di ritorno troverà una popolazione più preparata e resistente. Dottore Luigi Terracciano, ci illustra questi Kit, Test Seriologici? e le Analisi Sierologiche COVID 19, quanto sono efficienti nell’individuare un soggetto positivo da Covid19? le ritiene utili? “certo che sono utili!... Ma prima facciamo una breve e necessaria premessa. Ieri sono rimasto colpito da un documento recentemente redatto dall’Unita’ di crisi Regionale, composta oltre che da Geologi o da Avvocati, firmatari del documento, anche da Medici Igienisti che probabilmente presumo non sono stati interpellati. C'erano scritte cose che non sono del tutto condivisibili, è stata fatta un po’ di confusione. Il documento confonde ripetutamente i test rapidi con i test sierologici, e fa delle enunciazioni riportandosi a degli assunti scientifici di inizio Marzo, obsoleti, che sono stati ultimamente sconfessati e rivisti. Insomma più che un vademecum per regolamentare in Campania i test sierologici secondo evidenze scientifiche recenti e attendibili, sembra la descrizione di esercizi di equilibristi per scaricare qui e la le diverse responsabilità che l'argomento potrebbe attribuire. Penso che la prima cosa e’ chiarire a che servono: i test sierologici servono per evidenziare se c’è o c'è stato su un paziente un contatto con il virus. E due sono le strade per arrivare a tale informazione: l'esecuzione del test sul Tampone Rino Faringeo oppure il Test Sierologico su prelievo di sangue. Non approfondisco la discussione sul tampone rinofaringeo, in quanto per adesso la Regione intende farli effettuare dalla rete CoroNet, dall’Istituto Zooprofilattico, dal Istituto di Biologia Marina, dall’Centro di Ricerca malattie genetiche CEINGE , dell’Università Federico II di Napoli, ecc, ma non dai laboratori specificamente autorizzati ed accreditati per queste analisi in quanto a gestione privata, ancorché tra questi una ventina hanno partecipato a una manifestazione di interesse dimostrando di possedere i requisiti e le qualità per supportare le strutture a gestione pubblica, ma per il momento non se ne ravvede la necessità. E' bene specificare che il test sierologico non sostituisce il test al tampone rinofaringeo (in pcr-rt) nella formulazione della diagnosi. L'unico limite del tampone è quello della rappresentatività del campione prelevato. Vengo agli Esami cosiddetti Seriologici o Test Seriologici. questi vendono effettuati sul siero del paziente che è una parte del sangue prelevato, dopo trattamento per centrifugazione e separazione dalla parte corpuscolata rossa. E' un liquido giallo, il siero, e su questo siero si effettuano poi questi test, cosiddetti seriologici. Vengono confusi con gli esami seriologici (ma non sono la stessa cosa), i cosiddetti test rapidi, volgarmente detti “saponette” per il loro pakaging.Questi ultimi in realtà hanno un’affidabilità ai limiti dell'accettabile, che non supera il 60-70%, cioè 60 risultati li centrano e 40 li sbagliano. Sono test "da trincea". Questi test sono stati aborriti da parecchi scienziati ed anche da alcune nazioni. In Italia, in alcune Regioni come pure la nostra, nella fase Uno di emergenza sono stati utilizzati per cercare di individuare precocemente coloro che erano stati afflitti dal contatto con il virus. Ma sicuramente non sono quelli che usano i laboratori accreditati per fare i test sierologici. In verità le analisi si fanno principalmente nei laboratori con apparecchiature che costano diverse centinaia di migliaia di euro, automatiche, veloci, precise, affidabili, con i kit certificati CE ed IVD sul serio, con calibratori e controlli continui, ad opera di personale altamente qualificato. Una differenza ci sarà con "la saponetta" che funziona con due gocce di sangue prese dal polpastrello, senza alcuna apparecchiatura e, ancora peggio senza la garanzia di alcuna professionalità. Invece ancora nei documenti che escono dall’Unita’ di crisi Regionale, a cui mi riferivo prima, c’è confusione tra il Test Rapido e tra il Test Sierologico. Il primo funziona con un metodo detto Immunocromatografia su carta “test saponetta” , il secondo viene eseguito con metodiche E.L.I.S.A. o in Chemiluminescenza o Elettrochemiluminescenza (la tecnica più moderna). Anche l'idea che esistono metodi qualitativi e metodi quantitativi è da sfatare. Tra i kit commerciali esistono solo metodiche qualitative (risultati del tipo Assenti o Presenti). Gli altri discorsi sono arbitrari. Ad oggi non esistono standards internazionali di riferimento che consentono ai kit di dosare la reale quantità di anticorpi. Queste sono attualmente le tecniche delle varie Aziende Multinazionali che assemblano tutti i kit per gli esami "sieriologici" che noi usiamo quotidianamente nei laboratori. A seconda del tipo di ingegnerizzazione utilizzata, hanno anche una qualità misurata con "la sensibilita’" e con "la specificita’" del metodo, in tal caso il professionista a cui il cittadino con fiducia si rivolge sceglierà quello che ritiene migliore. Quindi passiamo da alcuni test che sono disponibili sul mercato da fine gennaio (che NON siamo stati autorizzati ad erogare), a quelli da pochi giorni presentati, o alcuni che stanno arrivando. questi ultimi ad esempio hanno una sensibilita’ che e’ passata dal 42 al 100%. Ma una precisazione che va’ fatta. dai primi di Marzo 2020 ad oggi in campo scientifico è successo di tutto. I kit più affidabili dosano le Immunoglobuline Totali, cioè insieme le IgG, IgM, IgA, IgF ecc, in quanto con questo "cocktail"si raggiungono risultati eccellenti, irraggiungibili dai test eseguiti su singola classe anticorpale. E' evidente l'utilità scientifica di questi test. In primis ove l'esito sia negativo, consentono di discernere coloro che non hanno avuto contatto col virus e che quindi sono sani e possono ammalarsi se non rispettano le misure di contenimento rispetto a tutta la popolazione. Il test se ripetuto dopo 10 - 20 giorni può dare ragionevoli garanzie che l'individuo non sia ammalato di Coronavirus 19. Con esito positivo consentono di individuare il guarito o l'asintomatico che è il vero pericolo da isolare. In Campania gli organi politici Regionali hanno deciso, non solo di eseguire questo importante quanto delicato studio epidemiologico con pagamento a totale carico della popolazione, ma in più hanno ritenuto di determinare il percorso e le modalità di raccolta del consenso a partecipare all'indagine epidemiologica in forma "volontaria" da parte dei laboratori di analisi senza alcuna interlocuzione con questi ultimi… Come avviene di solito, e non sono polemico, si sono creati enormi perplessità nel percorso diagnostico. Ci dicono di informare i soggetti che vogliono fare il test ma non specificano in che modo farlo, di raccogliere dal cittadino la volontarietà di adesione allo studio epidemiologico fatto da un soggetto terzo (la regione) ma non dicono cosa succede se il cittadino non acconsente, se arriva un paziente "guarito" l'esito del sierologico sarà certamente positivo: in questo caso lo mettiamo in quarantena lo stesso?, ci dicono di indicare le quantità di anticorpi. dosati ma i test quantitativi ancora non esistono, ed infine dovremmo inviare i dati dei cittadini esaminati a mezzo pec senza alcun riferimento alla crittografia dei dati, mettendo quindi a repentaglio la sicurezza del trasferimento dei dati, in barba alle norme sulla privacy….! Comprendo l'importanza delle scelte della destinazione delle risorse economiche nella gestione di una regione, ma mi pare sia arrivato il momento che in campo sanitario la politica faccia un passo indietro, lasciando le redini a coloro che hanno le competenze per ottimizzare la gestione della salute del popolo. Altrimenti si crea un mostro peggiore del coronavirus!

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