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Cronaca Battipaglia

No all'impianto di compostaggio a Battipaglia, i sindacati frenano: critico Melara

Sale la tensione nella città capofila della Piana del Sele. I sindacati lanciano un appello alla Regione: "Ci invitino al tavolo tecnico di confronto"

In vista delle manifestazioni si protesta contro l’attivazione di un impianto di compostaggio nel comune di Battipaglia sindacati e imprenditori si dividono. Le principali sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, infatti, non aderiscono allo sciopero indetto per domani ma chiedono ulteriori controlli alle istituzioni locali.

Le reazioni

In un documento spiegano che “la realizzazione degli impianti di compostaggio rappresenta una attività indispensabile per le comunità, al fine di incentivare e incrementare la raccolta differenziata dei rifiuti, e conseguentemente, di procedere allo smaltimento in loco della frazione umida”. Evitando, in tal modo, “di attivare costose operazioni di trasferimento dei rifiuti organici in strutture situate spesso in territori extraregionali con un aggravio di costi a carico dell’intera popolazione per le spese di trasporto effettuate da “soggetti” non sempre chiari”. E che proprio per scongiurare tali conseguenze “è stato pensato e predisposto il Piano Regionale dei rifiuti, condiviso e sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil Regionali, e che punta alla realizzazione di sei (?) impianti nell’ambito del territorio campano”.

È in tale ottica che si è individuato, presso il centro di Trattamento Meccanico Biologico di via Bosco II, ex Stir di Battipaglia, uno dei punti strategici dove collocare uno degli impianti di compostaggio progettati dalla Regione Campania. Ma, prima di agire, le organizzazioni sindacali si impegnano a chiedere alla Regione Campania una serie di misure: “un monitoraggio puntuale del territorio ricadente nel comune di Battipaglia e in quello limitrofo, per individuare tutte le attività, pubbliche e private, operanti nel settore del trattamento dei rifiuti, per verificare i relativi livelli di sicurezza, igiene e salubrità; “uno studio su una ipotesi di fattibilità di razionalizzazione e adeguamento del Piano Regionale, alla luce delle risultanze derivate dal predetto monitoraggio;  “un adeguamento della viabilità concernete l’area ricadente nel territorio interessato alla realizzazione dell’impianto di compostaggio” e “una intensificazione dell’azione di tutti gli organi preposti al controllo”. Di qui l’invito affinchè vengano convocate alle riunioni del tavolo tecnico per affrontare le problematiche ambientali, istituito presso il comune di Battipaglia. “Cgil Cisl e Uil di Salerno rappresentano la necessità di realizzare il sito di compostaggio come previsto dal piano, ma alle condizioni di salubrità, sicurezza ed igiene del sito individuato”. E annunciano: “Qualora la Regione non dovesse ascoltare le giuste rivendicazioni dei cittadini, dei lavoratori impegnati nel Ciclo e dalle organizzazioni sindacali saranno promosse, nelle forme proprie, azioni di lotta a sostegno della vertenza”.

Posizione diversa arriva dal direttore generale del Gruppo Fmts Giuseppe Melara: “Battipaglia – spiega l’imprenditore battipagliese - è già un polo di stoccaggio e trattamento dei rifiuti. Con l’impianto di tritovagliatura serviamo già gran parte della provincia di Salerno. Facciamo già la nostra parte. Un impegno formale ed istituzionale del 2002 con il Commissario di Governo prevedeva che nessun altro impianto di trattamento dei rifiuti, oltre quello già esistente, sarebbe stato costruito in città. Gli impegni vanno onorati. A pochi chilometri da Battipaglia esistono già due impianti di compostaggio: uno a Salerno e l’altro a Eboli. Ce ne serve davvero un altro? I quattro impianti privati di trattamento di rifiuti presenti sul territorio comunale, si occupano annualmente di circa 120mila tonnellate di immondizia. Non è già abbastanza? L'area di Battipaglia ha vocazione agricola, turistica ed agroalimentare. Come pensiamo di portare avanti questo impegno strategico se continuiamo ad accumulare rifiuti? Esiste già un grosso problema ambientale che riguarda la città di Battipaglia: le diverse discariche non ancora bonificate, preciso impegno – puntualmente disatteso – preso nel 2002 dall’allora Commissario di Governo.  La costruzione di un impianto di compostaggio non porterà la creazione di posti di lavoro. A fronte di persone assunte in quella struttura, ce ne saranno molte altre che il lavoro lo perderanno. Basta pensare all’impatto, anche solo mediatico, che questa storia potrebbe avere. Battipaglia come nuova Terra dei Fuochi striderebbe con Battipaglia patria dell’agricoltura, della quarta gamma e delle specificità agro-alimentari. Le scelte vanno ponderate bene”.  

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