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Cronaca Mercato San Severino

Ucciso dal figlio carabiniere: il gup deciderà tra condanna e "infermità mentale"

Il maresciallo in servizio a Catania è atteso dalla pronuncia del giudice il prossimo 13 giugno. Due perizie lo scagionano, ravvisando un grave disturbo bipolare e lo stato di "incapace di intendere e di volere" quando sparò al padre, uccidendolo

Si terrà il 13 giugno l'udienza preliminare per il caso di Girolamo De Santo, il maresciallo dei carabinieri che il 30 marzo uccise con un colpo di pistola alla gola il padre Federico, di 73 anni. L'uomo, accusato di omicidio volontario, sarà giudicato dal gup con rito abbreviato, dopo il supporto di due perizie (una voluta dal tribunale e l'altra dalla difesa, rappresentata dall'avvocato Luigi Iannettone) che hanno testimoniato in lui un disturbo "bipolare". Nel momento in cui aveva premuto il grilletto, sarebbe stato "incapace di intendere e di volere". Originario di Calvi Risorta, vicino Caserta, era in servizio presso il nucleo operativo carabinieri di Catania. Padre e figlio, quel giorno, erano in viaggio sull'A30, nei pressi della barriera autostradale di Mercato San Severino. Tra i due ci sarebbe stata una discussione, forse una parola di troppo, tanto da spingere il militare ad impugnare la pistola e ad esplodere un proiettile all'altezza della gola del genitore. L'anziano morì sul colpo. L'auto sbandò, ma il carabiniere riuscì a fermarsi ad una piazzola di sosta e a fuggire, sbarazzandosi dell'arma che non fu mai trovata. Il padre era andato a prenderlo in Sicilia, dietro richiesta della moglie

Sulle sue tracce si misero i carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, che lo localizzarono a Roccapiemonte, all'esterno del bar, in stato confusionale. Il proiettile che uccise l'anziano era un calibro 9x12 parabellum. Nell'auto i carabinieri trovarono la fondina della pistola d'ordinanza del maresciallo, la tessera personale di riconoscimento e alcuni indumenti. Cento metri più avanti, gli occhiali dell'anziano. Poco prima di fuggire, secondo le indagini della Procura di Nocera Inferiore, avrebbe chiesto anche l'autostop. Dopo l'arresto in flagranza, il militare confessò l'omicidio, pronunciando poi una serie di frasi sconnesse tra loro. Qualora il gup dovesse confermare la tesi delle due perizie mediche, potrebbe disporre il proscioglimento dalle accuse per il militare, ad oggi ristretto nella casa di cura di Villa Chiarugi, a Nocera Inferiore.  

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