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Cronaca

Va a lavorare in Puglia e muore in un incendio: anche Salerno piange Mohammed

Bonifacio (Ufficio Diocesano Migrantes): "Ci hai allietato con la tua musica per tante sere invernali durante le accoglienze dai Missionari Saveriani"

Si era trasferito a Candela per avere un rifugio per il lockdown dal Covid19 ei, alla ripresa delle attività, per andare a lavorare nei campi. Ma sarebbe tornato a Salerno dopo la stagione della raccolta in terra pugliese. Anche la nostra città piange Mohammed, ennesima vittima di una tragedia annunciata, a pochissimi metri dalla pista di Borgo Mezzanone: "Mi chiamavo Mohamed Ben Ali, avevo 37 anni". Come riportano i colleghi di Foggiatoday, a pubblicare il volto del bracciante senegalese morto questa mattina alle prime luci dell'alba in un inferno di fiamme divampate all'interno di una baracca, è il sindacalista dell'Usb Aboubakar Soumahoro su Facebook. Sotto, la rabbia e il cordoglio di centinaia di utenti.

Il dramma

Mohamed Ben Ali, per tutti Bayfall, lavorava nei campi della Capitanata e nel tempo libero vendeva anche braccialetti e bigiotteria in strada. Era sempre sorridente.  "Mohamed Ben Ali, bracciante di 37 anni, non doveva vivere né morire in queste condizioni. Nell’esprimere cordoglio e vicinanza ai familiari, promettiamo loro di lottare affinché la morte di Mohamed non sia vana", scrive Soumahoro con tanto di hashtag #nonsonoinvisibile.

Da Salerno, il cordoglio del direttore dell'Ufficio diocesano Migrantes, Antonio Bonifacio:

Caro Mohammed,

Ci siamo conosciuti da circa quattro anni qui a Salerno in occasione dell'esperienza di Accoglienza da Missionari Saveriani durante le sere invernali Eri gentile, educato, sempre sorridente e disponibile. Eri altruista, generoso con chi stava "peggio" di te, perchè tante tu non eri ricco, ma eri sempre disposto a dare una mano agli altri.

Amavi la musica e con la tua chitarra e jambè speravi di guadagnare quel po che ti serviva per sopravvivere. Ci hai allietato con la tua musica per tante sere invernali durante le accoglienze dai Missionari Saveriani e per tre anni abbiamo atteso il nuovo anno con il Cenone. Tante volte abbiamo fatto chiacchiere sul Lungomare. L'11 marzo ci siamo salutati con un biglietto del treno per Candela dove avresti trovato un rifugio per il lockdown dal Covid19 e poi, alla ripresa delle attività, per andare a lavorare nei campi. Ci saremo dovuti rivedere a Salerno al termine della stagione della raccolta in terra pugliese...

La morte ti ha sorpreso prima...

la morte della "povertà",

la morte "per la speranza di migliorare la tua vita"

la morte "per la volontà di lavorare, e non chiedere"

ma ahimè, anche

la morte per "lo sfruttamento dell'uomo di un altro uomo"

la morte "per la disumanità dell'uomo verso un altro uomo"

la morte "per l'assenza delle istituzioni verso coloro che vivono sui proprio territorio"

la morte "per il mercato che vuole prezzi bassi e schivi a lavoro"

tante volte avevamo parlato dei tanti problemi dei migranti, dei lavoratori agricoli ma spesso tutti i discorsi finivano con un tuo sorriso di speranza. Un saluto al mattino sempre gioioso e con quel "ciao capo" che non era altro che un saluto tra due amici... Tutti i volontari dell'accoglienza dai Missionari Saveriani ti ricordano e pregano per te.

Tutti gli ospiti senza dimora che ti hanno conosciuti, appreso oggi la notizia nel pomeriggio, hanno ricordato il tuo sorriso, la tua gentilezza, la tua generosità e, increduli, mestamente e silenziosamente, in un atmosfera surreale e triste, dopo aver fatto la doccia, sono andati via...Ciao Mohammed!

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