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Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, camorra e politica: il prete coinvolto nel progetto del boss viene "sospeso"

Non celebra più messa don Alfonso Santoriello, il parroco della chiesa di San Giuseppe, interessato ad un progetto di una Casa Famiglia finito in un'indagine della Dda, con interessi di soggetti interni al presunto clan di Antonio Pignataro

Non celebra più messa don Alfonso Santoriello, il parroco della chiesa di San Giuseppe nel rione Vescovado. La decisione, assunta dal Vescovo Giudice, allontana il prete dalla sua parrocchia dopo il blitz Antimafia che ha ricostruito il progetto di una Casa Famiglia e i presunti contatti con soggetti indagati, quali Ciro Eboli e Carlo Bianco, entrambi in carcere. Una scelta di opportunità sembra essere quella della curia: il parroco, non indagato, fu ascoltato a fine agosto in Procura come persona informata sui fatti. Dall’altra parte l’attesa è per l’udienza al Tribunale del Riesame fissata per oggi, con le posizioni dei quattro maggiori indagati raggiunti da misure cautelari, gli stessi Bianco ed Eboli, in carcere con l'ex boss cutoliano Antonio Pignataro, e Luigi Sarno, ai domiciliari. Per loro le accuse di associazione di stampo mafioso e voto di scambio, al vaglio dei Giudici del Tribunale della Libertà per la conferma o meno dell'impianto accusatorio della Procura Distrettuale Antimafia. Le indagini ipotizzano un patto dell'ex esponente della Nco, Antonio Pignataro, con i due candidati Eboli e Bianco, con il ruolo di attacchino di fiducia affidato a Sarno. Per i legali che hanno impugnato le misure mancherebbe la contropartita prevista a fronte dei voti portati a sostegno

Da una parte i voti, insussistenti per la vittoria dei due candidati, eppure ottenuti, con entrambi gli indagati rimasti fuori dal consiglio comunale, e dall’altra i favori, in questo caso concentrati sul terreno per la costruzione della Casa-famiglia al Vescovado, con la curia interessata all’opera di utilità sociale. Cruciale resta l’importanza della delibera d’indirizzo sottoscritta dalla giunta, rimasta senza prosieguo, sulla strada di una variante al piano regolatore con l'ok arrivato nero su bianco in tempo utile, prima della fine della scorsa consiliatura dell'amministrazione del sindaco Manlio Torquato. Secondo il teorema della Dda, quella variante era la prova di uno scambio politico mafioso tra Pignataro e Bianco, impegnato in una nuova candidatura per le scorse elezioni. Favori in cambio di voti, questa l'ipotesi. L'indagine si sta concentrando anche sullo stato di salute dell'ex boss Pignataro, ricordato negativamente per il suo ruolo attivo nell'omicidio della piccola Simonetta Lamberti, figlia del magistrato uccisa per errore in un raid armato. Ma l'indagine ha aperto uno squarcio anche sulle ultime elezioni nocerine: con l'accusa di corruzione elettorale - dunque voti comprati - dal consigliere eletto con la lista “Uniti per Torquato” Nicola Maisto. Dimessosi settimane fa, Maisto aveva negato ogni suo coinvolgimento in un'attività del genere. Ma gli inquirenti hanno ascoltato buona parte della maggioranza a sommarie informazioni, per chiarire rapporti e aspetti ancora coperti da segreto istruttorio.

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