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Cronaca

Consip, nuova accusa per Scafarto: il maggiore promosso sceglie il silenzio per ora

Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere per le nuove accusa di rivelazione di segreto d'ufficio il maggiore dei carabinieri, in servizio anche a Scafati e Nocera Inferiore, Gianpaolo Scafarto. Il militare è indagato nell'inchiesta Consip

Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere per le nuove accusa di rivelazione di segreto d'ufficio il maggiore dei carabinieri, in servizio anche a Scafati e Nocera Inferiore, Gianpaolo Scafarto. Il militare è indagato nell'ambito dell'inchiesta sul caso Consip. L'ufficiale del Noe di Napoli, difeso dall'avvocato Giovanni Annunziata, non si è presentato in Procura per una indisposizione. La nuova accusa è stata contestata dalla Procura di Roma in aggiunta ai 5 precedenti falsi e ad una rivelazione del segreto d'ufficio verso l'Aise, il Servizio Segreto estero. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi contestano come falsi una frase attribuita all'imprenditore Romeo che indicava il generale Fabrizio Ferragina, ex della Guardia di Finanza, come fonte di informazioni confidenziali riferite dall’imprenditore napoletano al suo ex consulente Italo Bocchino, e poi di un faccendiere vicino a Romeo. Le altre contestazioni riguardano la frase attribuita erroneamente a Romeo su un incontro con Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo e attuale segretario del Pd, per le accuse pronunciata invece dall’ex An Italo Bocchino, ulteriori errori su un presunto e mai provato coinvolgimento dei Servizi Segreti.  La rivelazione del segreto d’ufficio contestata al carabiniere sarebbe stata compiuta nei confronti del giornalista del quotidiano La Verità, Giacomo Amadori. Nei mesi scorsi Scafarto era stato ascoltato per quattro ore con ipotesi di reato di falso ideologico e falso materiale. 

La notizia dell’indagine a suo carico era giunta dopo il trasferimento degli atti a Roma, con la nuova fase inquirente coordinata dai procuratori Pignatone e Palazzi, per aver compilato e sottoscritto parti della enorme informativa, con singoli atti richiamati nel capo d’accusa. In quella precedente circostanza il militare aveva chiarito e spiegato punto per punto gli addebiti. Al centro dell’indagine madre, di cui si era occupato in prima battuta il Noe di Napoli, guidato proprio da Scafarto, c’erano le commesse e forniture Consip, centrale unica degli acquisti della pubblica amministrazione. L’imprenditore Romeo era sospettato di aver pagato grosse somme di denaro quale contropartita per la gestione di palazzi istituzionali a Roma, dal valore di 600 milioni di euro. Nell’ambito dell'indagine Scafarto risponde di manipolazione delle intercettazioni, ricadendo nell’accusa di falso aggravato dall’esercizio delle funzioni di pubblico ufficiale. La prima fase dell'indagine della Procura di Napoli, coordinata dal pm Henry John Woodcock, affidata al Noe, era poi stata riesaminata dai magistrati romani. In quest’ultimo sviluppo, il silenzio di fronte alla richiesta di interrogatorio della Procura è una scelta difensiva precisa, spiegata dall’avvocato Annunziata: «La frammentazione delle accuse, peraltro tutte riconducibili ad una sola fonte di prova, cioè chat e mail del mio assistito, ci hanno fatto ritenere utile attendere la chiusura delle indagini preliminari, per poter assemblare più correttamente una difesa univoca, attesa l’uniformità delle contestazioni. Pertanto, appena la Procura di Roma concluderà le indagini preliminari e saremo in condizioni di leggere tutti gli atti, chiederemo noi l’interrogatorio, riservandoci la produzione di una memoria difensiva» 

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