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Cronaca Nocera Inferiore

Odissea tra ospedali e clinica, poi la morte: prosciolti 27 medici

L'anziana, 72enne di Torre del Greco, era deceduta nel marzo 2016 dopo aver effettuato più visite in una clinica di Pompei e negli ospedali di Torre e Nocera Inferiore. Per la magistratura il quadro clinico era già compromesso, escludendo colpe mediche

Il quadro clinico era già compromesso. In sostanza è questa la motivazione con la quale la Procura di Nocera Inferiore ha prosciolto dalle accuse di omicidio colposo 27 medici compresi tra due ospedali ed una clinica privata. Sullo sfondo la morte di Immacolata Saccone, 72enne di Torre del Greco deceduta il 9 marzo 2016, dopo aver effettuato visite in una clinica di Pompei e negli ospedali "Maresca" di Torre e "Umberto I" di Nocera Inferiore. Nella denuncia, la famiglia aveva spiegato ai carabinieri della presunta "superficialità" delle cure rivolte al proprio genitore. Insieme a quell'odissea consumata presso diversi plessi ospedalieri. Stando alla denuncia, alla 72enne sarebbero state somministrate cure «palliative» ma «superficiali». Gli stessi, non avrebbero mai avuto alcuna informazione sulla patologia della quale avrebbe sofferto l’anziana. A Nocera Inferiore, Immacolata Saccone avrebbe cambiato tre reparti (Radiologia, Chirurgia e Medicina).

Ma i suoi passaggi non sarebbero stati segnati, tanto da costringere i parenti - sempre secondo querela - a sollecitare l’intervento dei medici da un piano all’altro. Le condizioni della vittima si sarebbero poi aggravate, con un trasferimento d’urgenza in terapia intensiva, dove poi sarebbe sopraggiunta la morte. La donna aveva cominciato a curarsi nel mese di gennaio, per l'asportazione di un calcolo. Dopo quell'operazione cominciarono i primi dolori addominali, con febbre alta. Il ricovero a Torre durò una settimana, ma i sintomi si erano ripresentati dopo poco, costringendo la famiglia ad una nuova visita al Maresca, e poi all'Umberto I. La maggior parte dei medici indagati erano di Nocera Inferiore, dove l'anziana cambiò tre reparti. Ma per la procura, con l'avallo del gip, la situazione della paziente era già compromessa e nulla avrebbero potuto fare i medici per salvarla. Tra gli avvocati difensori, i legali Antonella Senatore, Andrea Vagito e Giuseppe Buongiorno. 

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