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Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, indagine "Un'altra storia": cinque dei coinvolti tornano liberi

Il gip revoca gli arresti domiciliari a cinque delle persone finite nel maxi blitz dello scorso dicembre, condotto dalla Dda, per stanare le attività di tre presunti gruppi criminali impegnati a contendersi le piazze di spaccio a Nocera

Cinque degli attuali indagati dell'inchiesta Antimafia "Un'altra storia" tornano in libertà: sono Giuseppe Stanzione, Carmine Cuomo, Giuseppe Bergaminelli, Riccardo Siani e Giuseppe Abate. La buona condotta tenuta dai cinque, insieme al tempo trascorso strettamente collegato alla reiterazione dei reati, ha spinto il gip ad accogliere le istanze dei difensori, con contestuale revoca degli arresti domiciliari. Misura alla quale erano stati sottoposti, dopo un primo blitz che a dicembre scorso portò in carcere oltre 20 persone. Ai cinque veniva contestato lo spaccio e detenzione di droga, con l'articolo 73 iscritto dal sostituto procuratore Vincenzo Senatore. Le indagini dei carabinieri del Ros e della Mobile di Salerno racchiudevano l'attività dei cinque in un terzo gruppo, che con altri due si sarebbe conteso le piazze di spaccio a Nocera Inferiore. Accuse, queste, ridimensionate in fase di Riesame, dove i giudici avevano circoscritto le accuse mosse dalla procura a singoli episodi, da non inquadrare in un quadro associativo. In particolar modo per il gruppo che avrebbe fatto riferimento a Bergaminelli e Abate, quest'ultimo figlio del boss Mario, in carcere per omicidio. Le indagini della Dda, durate all'incirca due anni, svelarono a Nocera l'esistenza di tre distinti gruppi criminali. Il primo facente riferimento ai fratelli Michele e Luigi Cuomo, già interessati da diversi precedenti e in odore di camorra a seguito di una vecchia affiliazione del primo, in passato, con il clan Contaldo a Pagani. Il secondo faceva invece riferimento a Francesco D’Elia, che insieme al fratello Mario, finì al centro di diverse indagini passate per la gestione della droga a Nocera Inferiore.

I giudici del Riesame avevano poi rivalutato il quadro probatorio, escludendo l'aggravante di camorra alla semplice associazione a delinquere, al cui vertice avevano tuttavia collocato sempre il nocerino Michele Cuomo. Nelle oltre mille carte della procura sono stati ricostruiti diversi episodi, caratterizzati da aggressioni, pestaggi in strada, violenza privata e in diversi casi, anche aggravata dall'uso di armi. A dare una scossa alle indagini furono le sparatorie consumate tra settembre e ottobre dello scorso anno. Una, clamorosa per modalità, all'esterno di una palestra in via D'Alessandro. Di recente, l'Antimafia ha inviato diversi dispositivi cellulari al Ris di Roma, per ricercare elementi investigativi utili alla conclusione dell'attività. Nel mirino ci sono finiti i telefoni cellulari del gruppo che farebbe riferimento a Michele Cuomo.  

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