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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, crollano le accuse nel processo sui pusher della "Zia"

Ridimensionata l’inchiesta su quel grosso - almeno nelle ipotesi - giro di spaccio diffuso nei quartieri del centro storico di Nocera e ribattezzata dalla Procura «La Zia». Su una richiesta di 52 anni di condanna, i giudici ne dispongono appena 6

Ne esce ridimensionata l’inchiesta su quell’enorme - almeno nelle ipotesi - giro di spaccio diffuso nei quartieri del centro storico di Nocera Inferiore, ribattezzata dalla Procura Distrettuale Antimafia «La Zia», dopo la sentenza del collegio di qualche settimana fa. Su una richiesta del pubblico ministero di 52 anni di carcere totali, i giudici ne distribuiscono appena 6. Quattro le condanne e quattro le assoluzioni. La pena maggiore è stata inflitta ad Anna Ferrante  (3 anni e 6 mesi di reclusione), poi 1 anno a testa per Mario Tortora, Pietro Villani e Giuseppe Fedele. Assolti per non aver commesso il fatto Bruno Petrosino, Vincenzo Bevilacqua, Diego Landino e Alessandro Marrazzo. Tra i legali difensori Pietro Pasquali, Fabio Annosi e Giuseppe Buongiorno. La sentenza del collegio del presidente Domenico Diograzia smonta di fatto un’inchiesta nata nel 2012 e che vedeva al centro delle investigazioni la figura di Anna Ferrante, la 56enne che avrebbe gestito i rapporti tra diversi pusher del territorio. Quegli stessi pusher che la temevano e che al telefono chiamavano "Zia". 

Eppure, durante il dibattimento sono risultate essere troppe le carenze emerse in fase di riscontro, con intercettazioni poco chiare ed episodi di spaccio con esito negativo rispetto alle aspettative. A questo, si è aggiunto il passo indietro da parte di almeno due testimoni quando era giunto il momento di confermare le accuse. La droga spacciata andava dalla cocaina all’hashish, fino alla marijuana. Lo stupefacente veniva acquistato nel quartiere di Scampia. La 56enne fu arrestata proprio li, mentre faceva ritorno a Nocera, con in auto la droga. Sarà poi assolta con un iter a parte. I carabinieri di Nocera erano però già sulle sue tracce, nel momento in cui uno degli spacciatori - per paura di ritorsioni – decise di confessarsi con un prete e poi con i militari. Il giovane aveva un debito da pagare, circa 2000 euro, verso Ferrante. Serviva a chiudere una partita di 40 grammi di cocaina. Dalle intercettazioni emerse la forza che la donna avrebbe esercitato su alcune piazze di spaccio, fino al contrasto con Bruno Petrosino, che avrebbe gestito un’altra fetta del territorio con tanto di richiesta di "pizzo" alla 56enne per continuare a proseguire la sua attività. La Procura registrò anche delle minacce di morte del primo verso la donna, poi cadute in sede di dibattimento. Durante il blitz, furono sequestrati 600 grammi di marijuana. Tuttavia, per molte accuse il collegio ha disposto diverse assoluzioni, ridimensionando di molto l’impianto accusatorio della Dda.

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