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Cronaca Nocera Inferiore

Si chiude il processo "Ladri di bambini:" condannata l'intermediaria

Tra otto imputati, Luigia Giordano è l'unica a essere stata raggiunta da sentenza. Accusata di aver fatto da intermediaria tra coppie che volevano adottare bambini e donne che invece, preferivano abortire. Assolti 7 cittadini stranieri

Si chiude in primo grado l’indagine «Ladri di bambini», concentrata su di una compravendita di neonati abbandonati o sottratti alle loro famiglie per essere affidati ad altre coppie illegalmente. L’unica condannata, su otto imputati, è stata Luigia Giordano, la 61enne di Corbara ritenuta dagli inquirenti la vera intermediaria di tutta la storia. Per lei, il collegio presieduto dal giudice Donnarumma ha deciso per una condanna a 2 anni e 6 mesi per il solo reato di aver falsificato dei certificati di nascita. Per altre accuse è stata invece assolta, così come 7 cittadini stranieri, per i quali è intervenuta anche la prescrizione. La donna era assistita dall’avvocato Vincenzo Calabrese. L’indagine prese forma nel 2008, con la donna finita al centro dell’inchiesta insieme a persone di nazionalità slava e romena. Le indagini furono condotte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, con i primi accertamenti partiti proprio da alcuni certificati d’identità falsi, con timbro e intestazione dell’ospedale di Nocera Inferiore. Ad aprire uno squarcio in quella che fu ribattezzata una "compravendita di bambini", fu la denuncia di un uomo interessato ad un’adozione. La procura ricostruì i ruoli delle persone coinvolte, scoprendo che la donna - con l’aiuto di slave e romene interessate a interrompere la propria gravidanza - avrebbe ottenuto soldi facendo desistere quelle mamme dal loro intento, con il proposito di affidare in seguito i figli a coppie interessate alla loro adozione.

Luigia Giordano fu accusata di aver sottratto, come volevano diverse coppie, alcuni feti dall’aborto oltre a bambini destinati all’abbandono, soddisfacendo le richieste di famiglie infeconde. L’attività investigativa ricostruì il tentativo, ad esempio, sul caso di una "consegna" di due gemelli indicati al telefono come «pacco coi capelli neri». Il blitz dei carabinieri trasse in salvo anche una neonata, ritrovata in un campo rom a Secondigliano, destinata probabilmente a peggior sorte. Con uno stralcio, il tribunale aveva già condannato ad 1 anno e 6 mesi - dietro piena concordata - altre due persone, venute a testimoniare in aula. I due uomini erano anch’essi interessati all’adozione di bambini e furono accusati di aver falsificato degli atti di nascita. Nella denuncia che fornì i primi spunti alla Procura, la donna di Corbara fu accusata di aver avuto in cambio una grossa somma di denaro per il ruolo svolto. In precedenza, era stata coinvolta in fatti analoghi e denunciata alla Procura di Torre Annunziata. Le motivazioni della condanna del tribunale di Nocera saranno rese note entro i tempi previsti dalla legge     

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