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Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, i rapinatori del bar "Isolotto" ora rischiano il processo

La procura chiede il giudizio immediato per i tre giovani, accusati del colpo dello scorso 30 gennaio 2016. Negli ultimi due giorni, solo uno dei tre ha confermato la versione dei fatti davanti al gip, per l'interrogatorio di garanzia

Si è chiuso ieri mattina il giro di interrogatori per i tre giovanissimi accusati della rapina al bar "Isolotto", a Nocera Inferiore, la sera del 30 gennaio 2016. Se il primo dei tre ragazzi, difeso dall'avvocato Gianluca D'Ambrosi, aveva di fatto confermato l'esecuzione del colpo dinanzi al magistrato, raccontando modalità ed esecuzione della rapina, così non hanno fatto gli altri due. Sentiti ieri mattina, assistiti dall'avvocato Giovanni Pentangelo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I tre sono attesi il prossimo 19 aprile in udienza preliminare, davanti al gip, in seguito ad una richiesta di processo da parte della Procura di Nocera Inferiore. Solo pochi giorni fa, il Tribunale del Riesame aveva accolto la richiesta del pm Roberto Lenza, disponendo per tutti e tre gli arresti domiciliari. La maxi attività dei carabinieri di San Valentino Torio aveva condotto prima all'arresto di due persone attraverso alcuni riscontri. Ma le stesse erano risultate poi estranee alla rapina, con conseguente scarcerazione. Si trattava di Camillo Fedele e Antonio Oliva

La successiva attività investigativa aveva tuttavia portato a svelare uno scenario differente, fatto di minacce provenienti da un presunto "capozona" di Nocera Inferiore, che avrebbe spinto uno dei tre giovani a confessare la rapina. Il ragazzo si presentò infatti al commissariato di polizia, consegnando gli abiti che indossava quel giorno, per poi chiamare in correità gli altri due complici. L'aspetto certamente inquientate, ma a sua volta oggetto di investigazione, fu proprio la presunta minaccia giunta da ambienti criminali nocerini. Concretizzatasi prima con il contatto tra lo zio di uno dei rapinatori e questa figura avvolta dalle ombre, a dirgli «Vieni da me, me la vedo io, tu non ti devi muovere proprio». E poi, con il presunto avvicinamento di questo stesso soggetto ad uno dei giovani, che sarebbe stato minacciato di morte se non avesse confessato. Per poi essere costretto, qualora non avesse voluto scagionare i due innocenti, a versare una somma di 20.000 euro. 

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