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Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, sequestrato un impianto di recupero di rifiuti speciali

A far scattare i sigilli è stata la Procura della Repubblica, che contesta al legale rappresentante e gestore della società di aver violato le prescrizioni autorizzative per la gestione dei rifiuti e le emissioni in atmosfera

Un noto impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi è stato sequestrato dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, agli ordini del maggiore Giuseppe Ambrosone, nel comune di  Nocera Inferiore. L’indagine, che ha portato al sequestro preventivo scattato a seguito di un decreto del Gip del Tribunale di Nocera Inferiore Alfonso Scermino, è stata coordinata dal sostituto Procuratore Mafalda Daria Cioncada, della sezione reati ambientali della Procura Nocerina guidata dal Procuratore Capo f.f. Amedeo Sessa. La Procura ha anche emesso un’informazione di garanzia a carico del legale rappresentante e gestore della società interessata per le violazioni emerse rispetto ai reati previsti dal Codice dell’Ambiente. Egli, infatti, è accusato di aver depositato rifiuti speciali non pericolosi in aree non autorizzate per lo stoccaggio e di aver eseguito lo stoccaggio oltre i limiti massimi stabiliti. E, precisamente, circa 1.190 tonnellate complessive di rifiuti (legno, imballaggi in legno, segatura, trucioli, residui di taglio, pannelli di truciolare e piallacci) a fronte del limite massimo di 176,9 tonnellate e 175,1 tonnellate di quantità stoccabile.

Nell’anno 2015 l’impianto fu sottoposto ad un’operazione di recupero R3 16.664 tonnellate complessive a fronte del limite massimo annuo di 3.100 tonnellate. Si tratta di quantità di rifiuti trattate che fanno decadere totalmente il provvedimento di rinnovo ed integrazione emesso dall’autorità amministrativa, in quanto non riconducibili al titolo abilitativo. In questo modo è stata avviata una illecita gestione di rifiuti speciali  nonostante l’assenza della iscrizione/autorizzazione prescritta per legge per le attività eseguite ed accertate dai carabinieri del Noe. Inoltre la Procura contesta al legale rappresentante dell’impresa di aver violato la prescrizione stabilita dal decreto dirigenziale della Giunta Regionale della Campania per le emissioni in atmosfera, in quanto ometteva di tenere i registri espressamente prescritti e per aver accertato che la società teneva in esercizio l’impianto nonostante fosse sprovvista del prescritto certificato di prevenzione incendi. E più precisamente per avere svolto attività di stabilimento per la lavorazione del legno con materiale in lavorazione e/o in deposito oltre 50 mila kg violando le norme che prescrivono il possesso del certificato di prevenzione incendi.

Infine, il Gip ha proceduto alla nomina di un amministratore giudiziario anche per impedire il totale blocco dello stabilimento e dell'attività d’impresa, con inevitabili ricadute negative sulla gestione economica della compagine e sui relativi livelli occupazionali, ma con il preciso compito di assicurarne la continuità operativa aziendale, salvo la rimozione delle irregolarità rilevate, immediatamente attivandosi per la cura di tutti gli adempimenti necessari a ricondurre a norma le irregolarità.

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