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Cronaca Nocera Inferiore

Merce venduta online, 125 le truffe consumate: gli indagati scelgono il silenzio

Hanno scelto il silenzio, dinanzi al gip, le tre persone finite agli arresti domiciliari e accusate di aver consumato almeno 123 truffe attraverso un portale online, «Dueamici.it»

Hanno scelto il silenzio, dinanzi al gip, le tre persone finite agli arresti domiciliari e accusate di aver consumato almeno 123 truffe attraverso un portale online, «Dueamici.it». Difesi dal legale di fiducia, Stanislao Sessa, i tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Le truffe

Da quel portale, i tre avrebbero promesso l’acquisto, con sconti molto vantaggiosi per sbaragliare la concorrenza, della merce più svariata, consistente in apparecchi telefonici ed informatici, senza però che la stessa venisse poi spedita una volta conclusa la transazione. Un sistema che gli avrebbe consentito di arrecare un danno di quasi 100 mila euro. I tre rispondono di truffa in concorso. L’indagine, ribattezzata «Tre amici», prende piede il dicembre scorso ed è proseguita fino allo scorso gennaio. Le persone truffate sono localizzare in tutta Italia. Gli sconti oscillavano tra il 50 e l’80% seguendo lo «schema Ponzi» o schema «a piramide». Chi si trovava al vertice, in pratica, acquistava beni ad un prezzo vantaggioso, perché viene pagato parzialmente dagli acquirenti che si trovano all’ultimo livello della piramide.

Questi ultimi, ottengono i beni “prenotati” e già pagati quando si inseriranno altri acquirenti al livello della piramide, che parteciperanno al versamento del prezzo residuo. Nell’indagine però, chi acquistava non riceveva i beni indietro e perdeva i soldi. I prodotti pubblicizzati comprendevano accessori per auto e moto, sistemi audio, buoni regalo come carte prepagate e buoni carburante, giochi, consolle, fotocamere, telecamere, elettrodomestici, ricambi per telefonini, televisori e accessori di moda. Quando ricevevano i pagamenti, gli indagati avrebbero fatto perdere le proprie tracce, non rispondendo al telefono né rimborsando i clienti dei soldi trasferiti per gli acquisti. Una circostanza, questa, riscontrata dai carabinieri anche grazie alle intercettazioni telefoniche sui numeri degli indagati, con le quali captarono diversi messaggi inviati dai clienti truffati, rimasti senza risposta. I tre avrebbero commesso altre cinque truffe anche dopo aver subito i primi sequestri di merce e di conti correnti a loro intestati. 
 

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