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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, chiusa l'indagine sulla guerra tra bande criminali: 37 indagati

L'indagine su tre distinti gruppi criminali (Cuomo-D'Elia e Bergaminelli-Abate) si è chiusa con la notifica agli oltre trenta indagati. Le accuse vanno dalla rissa allo spaccio, all'uso di armi in luogo pubblico, fino alle estorsioni e ai pestaggi

La maxi indagine dell’Antimafia "Un’altra storia" è conclusa. I sostituti procuratori della Dda, Vincenzo Senatore, Antonio Cantarella e Guglielmo Valenti hanno ricostruito e messo ora nero su bianco le attività di tre distinti gruppi criminali, che si sarebbero contesi il territorio di Nocera Inferiore tra il 2012 e il 2016. Sono 37 gli indagati, quattordici in più rispetto al blitz di dicembre, che fece scattare le manette per 22 persone. Seppure il Riesame abbia fatto cadere la circostanza che ad agire fosse un "clan" di camorra, la Procura individua quale gruppo dominante quello capeggiato da Michele Cuomo, spalleggiato dal fratello Luigi e da Mario Passamano, contrapposto - prima della fusione - a quello dei fratelli Francesco e Mario D’Elia, supportati da Marco Iannone, Mario Tortora e Camillo Fedele. Le accuse: si va dai pestaggi in pieno centro a due professionisti per rivendicare un finanziamento o un semplice saluto mancato, allo spaccio di droga, ad una delle tante feroci sparatorie per strada (nello specifico, il tentato agguato a Francesco Manzo da parte di Iannone e Tortora, insieme ad altri, all’esterno della palestra PentaWorld) fino alla custodia e disponibilità di armi, estorsione, rissa e intestazione fittizia di società. Defilato, ma con accuse per spaccio di droga, anche il gruppo di Giuseppe Bergaminelli e Giuseppe Abate, che si sarebbe rifornito nella zona di Torre Annunziata.

Non c’è l’associazione di camorra, ma c’è il metodo mafioso per molti episodi. Anche per nuove accuse, come quella mossa a Michele Cuomo, con un passato nel clan di Sandro Contaldo, accusato di aver gestito per due anni i parcheggi nella Fiera dell’Agro. L’organizzatore dell’evento lo avrebbe scelto per "quieto vivere", dietro richiesta di Cuomo, perché la sua presenza significava “lavorare tranquillamente”. O per il pestaggio di un capoverdiano, accusato di aver rubato il cellulare al figlio piccolo di Luigi Cuomo, e pestato a sangue una sera, fin dentro casa. C’è poi la droga, per un periodo oggetto di contesta tra i gruppi di Cuomo e D’Elia, e ora contestata anche per singoli episodi di cessione, tra cocaina, hashish e marijuana, a nuovi indagati. Dopo la pronuncia del Riesame, la Procura aveva fatto ricorso in Cassazione per riconoscere anche l’esistenza di un clan. Le indagini sono aggiornate a 15 giorni fa, con nuove informative del Ros di Salerno. Tutti gli indagati hanno 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentiti.     

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