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Cronaca Nocera Inferiore

Nocera Inferiore, guerra tra bande criminali: in 35 vanno a processo

L’indagine della Dda «Un’altra storia», concentrata sulle attività di tre presunti gruppi criminali divise tra spaccio, agguati di fuoco, estorsioni, pestaggi, risse, possesso di armi e intestazione fittizie di società, sarà oggetto di un processo

L’indagine dell’Antimafia ribattezzata «Un’altra storia», concentrata sulle attività di tre presunti gruppi criminali divise tra spaccio, agguati di fuoco, estorsioni, pestaggi, risse, possesso di armi in luogo pubblico e intestazione fittizie di società, sarà oggetto di un processo. Giorni fa, il gup presso il tribunale di Salerno, Donatella Mancini, ha firmato il rinvio a giudizio per 35 indagati. Due dei 37 indagati hanno scelto il rito abbreviato: sono Mario Comitini e Francesco Manzo. Il primo risponde di violazione domicilio: insieme ad altri lo scorso 11 febbraio, aveva raggiunto un africano nella sua casa per punirlo del furto di un cellulare dalle mani di un ragazzino. Il secondo, invece, risponde di detenzione in luogo pubblico di arma da fuoco. Manzo - per la Procura Distrettuale Antimafia e anche per il gip del Tribunale di Nocera Inferiore che ne autorizzò l'arresto - era l’obiettivo di un gruppo di fuoco che lo scorso ottobre piombò all’esterno di una palestra in via D’Alessandro, sparando in sella ad un paio di scooter, incurante delle persone presenti all’esterno della struttura. Per questi due, il giudice per l’udienza preliminare deciderà il prossimo 9 novembre.

Davanti al collegio di Nocera Inferiore, il prossimo 15 febbraio, compariranno i vertici e i presunti sodali dei tre blocchi individuati dal sostituto procuratore Vincenzo Senatore nella sua indagine durata all’incirca due anni. Ventidue furono le persone che furono arrestate nel blitz a dicembre. Le accuse maggiori sono mosse verso i gruppi che farebbero riferimento ai fratelli Michele e Luigi Cuomo, Francesco e Mario D’Elia e di un terzo, più defilato, diretto da Giuseppe Bergaminelli e Giuseppe Abate. L’intera inchiesta abbraccia un periodo compreso tra il 2012 e il 2016. In sede di Riesame, i giudici avevano fatto cadere l’accusa di associazione di stampo mafioso, confermando l’esistenza di quella semplice, finalizzata in un caso al traffico di droga. Gli episodi messi insieme dalla Dda raccontano di pestaggi ad imprenditori, di un’imposizione per gestire la sicurezza nei parcheggi della Fiera dell’Agro, di gambizzazioni per contendersi il territorio (alcuni degli episodi sono destinati a processi separati), di numerosi episodi di spaccio, di risse in strada e di una evidente disponibilità di armi.
 

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