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Cronaca Fratte

Duplice omicidio di Fratte, De Luca ipotizza "fatti di droga" e Ciccone fa un appello

Anche l'ex sindaco di Salerno e candidato alla presidenza della Campania alle prossime regionali, Vincenzo De Luca, si è pronunciato sul duplice omicidio consumato martedì a Fratte. Intanto Ciccone invita i candidati a sospendere le affissioni

Anche l'ex sindaco di Salerno e candidato alla presidenza della Campania alle prossime regionali, Vincenzo De Luca, si è pronunciato sul duplice omicidio consumato martedì a Fratte. "C'e' stato un episodio drammatico di sangue, ma io eviterei di sovrapporre due piani diversi, il fatto di cronaca dalle motivazioni legate alla campagna elettorale", ha detto a margine dell'inaugurazione di Porta Est a Salerno. Sull'uccisione di Antonio Procida e Angelo Rinaldi, dopo una lite con il boss del clan Vaccaro per l'affissione dei manifesti elettorali del candidato Romano Ciccone, De Luca osserva: "Non ho elementi di merito, ma ho la sensazione che le ragioni vadano cercate negli affari che tradizionalmente motivano atti di sangue cruenti, come quello avvenuto, e penso, ad esempio, allo spaccio e al traffico di droga. Aspetterei le valutazioni dell'autorità giudiziaria e dell'autorità di polizia. Occorre sicuramente un controllo ancora più intenso da parte delle forze dell'ordine perchè non c'e' dubbio che la parte alta della città  da anni, e non da oggi, è in una situazione delicata, al limite", ha concluso il candidato. Tuttavia, al momento, il movente del delitto ipotizzato dalla Questura resta proprio quello della lite per il controllo sulle affissioni elettorali.

Il leader del vecchio clan suo omonimo avrebbe affrontato Procida raggiungendolo nel suo bar nella piazza di Fratte, il Vintage Cafè. Lì il 41enne di Ogliara ha avuto la reazione che gli è costata la vita: "Sei vecchio, non conti più" avrebbe detto la vittima al boss che, di conseguenza, avrebbe deciso di non lasciar correre l'affronto. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore antimafia Vincenzo Montemurro e condotte dagli agenti della Squadra Mobile agli ordini del vice questore Claudio De Salvo, proseguono anche per chiarire se il litigio sia sorto per difendere gli spazi di candidati avversari o se invece il terreno di scontro fosse l’accaparramento dell’intero affare dei manifesti. Chi ha sparato dopo il litigio con il boss, ad ogni modo, lo ha fatto per uccidere: un colpo al cuore a Procida, altri due al torace di Rinaldi.

Intanto secondo Ciccone, l’avvocato salernitano candidato per le prossime elezioni regionali, “la vicenda segnerà questo mese di campagna elettorali e le future competizioni”. "Non posso che unirmi, innanzitutto, al dolore delle famiglie che piangono la perdita dei loro cari. Nell’attesa che la Procura svolga il proprio lavoro, se venissero confermate le prime ipotesi, mi sembra opportuno chiarire alcuni aspetti, per evitare ogni possibile fraintendimento - ha aggiunto - Le affissioni per una campagna elettorale come quella per le elezioni regionali sono molteplici e distribuite su molte zone e comuni: ciò significa che le persone che se ne occupano sono molte, e spesso dividono il lavoro coi loro aiutanti e conoscenti. È uno dei tanti compiti che l’organizzazione di una campagna elettorale prevede: come candidato posso avvalermi dell’affissione negli appositi spazi, dopo aver nominato il mandatario elettorale ed aver dato comunicazioni alla Corte d’Appello, senza ulteriori autorizzazioni del Comune". "Non nego che tali compiti sono affidati a persone che vivono spesso in condizioni di forte disagio: l’umiltà del lavoro gli permette così di guadagnare, forse poco, ma nella legalità. Non avrei mai immaginato che ciò potesse degenerare in una lite e, addirittura, in un omicidio. Come candidato intendo sospendere da subito le affissioni in città, e rivolgo l’invito a tutti gli altri candidati a fare altrettanto. Lo faccio per rispetto e per stemperare un clima che, anche per le continue provocazioni politiche, rischia di diventare ancor più pesante", ha concluso Ciccone.

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