rotate-mobile
Cronaca

Delitto di Pastena del 2005, la svolta: "Ho visto uccidere Esposito"

La dichiarazione-choc è del collaboratore di giustizia Ciro De Simone, ieri mattina in collegamento video con l'aula bunker di Fuorni

"Ho visto uccidere Massimiliano Esposito da Vincenzo D’Andrea, era con Salvatore Nigro". La dichiarazione-choc è del collaboratore di giustizia Ciro De Simone. Ieri mattina in collegamento video con l’aula bunker di Fuorni da una località protetta ha parlato anche dell’uccisione di Massimiliano Esposito, morto nel novembre del 2005 a Napoli, dopo l'agguato dell’1 agosto davanti alla sua palestra di Pastena. Nell’ambito del processo a carico di Vincenzo Ciro Villacaro sul delitto del fratello di Pappacchione ha detto: "Di Villacaro potevo fidarmi, perché ci conoscevamo da bambini. Ma di D’Andrea no: lui era spietato, un sanguinario, non guardava in faccia a nessuno".

"Pensate- riferisce ai giudici della Terza sezione penale del Tribunale di Salerno, come riporta Metropolis- che una sera lui mi minacciò perché sosteneva che io parlassi troppo. Addirittura mi fece intendere che faceva del male anche ai miei bambini e alla mia famiglia se avessi fatto parola di quello che sapevo". E il riferimento era proprio per l’assassinio di Massimiliano Esposito."Sia Vincenzo D’Andrea (trent’anni in appello per essere uno dei due killer di Donato Stellato) che Salvatore Nigro (si occupò di bruciare in litoranea la moto dell’omicidio davanti al Tribunale e di nascondere la pistola incriminata) - ha continuato - quando andarono via si voltarono e notarono la mia presenza. Poi, giorni dopo, ci incontrammo al Bar Tuareg (zona orientale ) dove solitamente ci frequentavamo per stare un po’ insieme e giocare a carte. Io quella volta persi anche sette-ottocento euro giocando ma non me ne importava più di tanto: mi erano rimaste impresse le sue parole, che sembravano un avvertimento, tanto che chiesi a Ciro Di Lieto ed Alessandro Greco di farmi accompagnare a casa. Avevo paura che ‘o poeta potesse farmi qualcosa, perché dopo avermi detto quelle parole tutto era possibile. Era un mio chiodo fisso ma sono certo che qualcosa mi faceva. Ripeto: era uno che non guardava in faccia nemmeno alla madre". La deposizione di De Simone continuerà lunedì 13 nell’aula bunker.


 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Delitto di Pastena del 2005, la svolta: "Ho visto uccidere Esposito"

SalernoToday è in caricamento