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Cronaca Ravello

Omicidio di Ravello, chiesta la riduzione di pena per Vincenza Dipino

Il pg Giannelli ha chiesto ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Salerno di condannarla a sedici anni di reclusione per omicidio volontario e occultamento di cadavere

Il pg Giannelli ha chiesto ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Salerno di condannare Vincenza Dipino a sedici anni di reclusione per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Ieri mattina, presso il tribunale del capoluogo, si è tenuta la prima udienza del dibattimento di secondo grado del processo a carico della 57enne di Ravello, già condannata in primo grado a 23 anni di carcere per l’uccisione, in concorso con Giuseppe Lima, di Patrizia Attruia, avvenuta nel marzo del 2015 a Ravello.

La testimonianza

Nel corso dell’udienza la Dipino ha rilasciato dichiarazioni spontanee ricostruendo i fatti attraverso la sua versione secondo cui ad uccidere non sarebbe stata lei. Patrizia Attruia, quella sera, avrebbe sorpreso il suo compagno Peppe Lima in atteggiamenti intimi proprio con la Dipino. Ne scaturì una violenta lite e poi la colluttazione che ha portato alla morte della 57enne. Secondo il pg, comunque, la donna non può essere stata l’unica responsabile dell’omicidio perché “la sua costituzione fisica glielo impedisce” e "se ha da subito confessato l’omicidio è solo perché è stata istigata da Lima”. Per l’accusa che tutto sia maturato da “un rapporto sessuale” è ormai acclarato ma “non si può parlare di omicidio preterintenzionale”. Anche se bisogna ancora accertare se ci sia davvero il concorso di colpa da parte della Dipino nel delitto. 

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