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Cronaca Battipaglia

Operazione "Peter Pan", dodici arresti per droga nella Piana del Sele

Gli agenti della Polizia di Stato, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimfia, hanno sgominato una banda criminale dedita all'attività di spaccio di hashish, marijuana e cocaina

Nuova importante operazione della Polizia di Stato contro lo spaccio di droga in provincia di Salerno . Questa mattina gli agenti hanno sgominato una banda criminale dedita all'attività di spaccio di hashish, marijuana e cocaina radicata nei comuni della Piana del Sele. L'operazione, denominata Peter Pan, è scattata al termine di una serie di indagini svolte dal personale del commissariato di pubblica sicurezza di Battipaglia e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, che ha consentito al gip del Tribunale di Salerno di emettere 12 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti pregiudicati, due dei quali figli di appartenenti a clan camorristici della zona. Gli agenti hanno eseguito ben dodici provvedimenti restrittivi nei confronti dei pregiudicati residenti nei comuni di Battipaglia e Olevano Sul Tusciano.

Sono finiti agli arresti domiciliari P.C (24enne di Battipaglia), A.C (34enne di Olevano su Tusciano), F.N (35enne di Battipaglia), P.N (27enne di Battipaglia), G.T (19enne di Battipaglia), L. B (22enne di Olevano sul Tusciano), A.G (25enne di Olevano sul Tusciano). Mentre hanno ricevuto l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria S.C (20enne di Battipaglia), A.C (21enne di Olevano sul Tusciano), M.S (21enne di Olevano sul Tusciano) e L. R (20enne di Olevano sul Tusciano).

Questi giovani distribuivano la droga a giovani assuntori, alcuni dei quali minorenni, provenienti dai comuni della Piana del Sele. In particolare le dosi venivano cedute in un noto bar della zona ovvero all'interno delle ville comunali di Olevano sul Tusciano e del rione Sant'Anna di Battipaglia, con la copertura di vedette che avevano il compito di segnalare la presenza delle forze dell'ordine. Alcuni spacciatori, addirittura, preferivano cedere le sostanze direttamente dalle loro abitazioni avvalendosi anche dell'uso di un cestino di vimini (paniere).

Le pretese economiche del gruppo venivano spesso messe in atto con minacce verbali nei confronti degli acquirenti che non rispettavano i pagamenti, avvalendosi del vincolo associativo e intimidatorio derivante anche dalla presenza di alcuni soggetti ritenuti pericolosi. Infatti tra gli arrestati, figura il figlio di un noto pregiudicato, ristretto in regime di 41 bis per associazione a delinquere di stampo mafioso, già appartenente al Clan Giffoni. Un altro elemento di spicco del sodalizio criminale sgominato dalla Polizia è figlio di un pregiudicato, ucciso negli anni '90 per un regolamento di conti, capo del Clan Garibaldi ed associato alla nuova camorra organizzata.

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