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Cronaca Eboli

Dimettevano pazienti morti spacciandoli per vivi: sette indagati a Eboli

Nel mirino della Procura sono finiti tre medici e quattro volontari delle Croci: dichiaravano il falso consentendo ad un'agenzia di pompe funebri assicurarsi i funerali

Sette persone, tra cui tre medici e quattro volontari di un’associazione di volontariato, in servizio presso l’ospedale di Eboli, sono finiti nel mirino della Procura della Repubblica perché avrebbero dato vita ad un vero e proprio sistema truffaldino a danno delle famiglie di pazienti deceduti. In poche parole i medici indagati certificavano il falso mettendo in uscita un paziente morto che, però, risultava vivo solo sulla documentazione da loro redatta. Con questo escamotage, tutto a favore degli ambulanzieri, la famiglia del paziente otteneva il trasferimento del cadavere al proprio domicilio e la certificazione, anche quella falsa, del trasporto avvenuto a casa. In quello che passava come un gesto di cortesia, anche da parte dei volontari, secondo gli inquirenti si inseriva un’agenzia funebre collegata al servizio ambulanza che si aggiudicava anche il funerale.

I medici, quindi, sono accusati di falso in atto pubblico, mentre i volontari di illecita concorrenza con minaccia e violenza. Quattro gli episodi finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, a seguito di un litigio scoppiato tra due associazioni di volontariato proprio sul servizio di trasporto ospedaliero.

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