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Cronaca Pagani

Pagani, picchiò un dipendente del Consorzio: la difesa in aula di Michele D'Auria Petrosino

Ritenuto a capo, insieme al fratello Antonio, di un clan omonimo, ieri mattina in aula D'Auria ha reso spontanee dichiarazioni sull'episodio. Ha spiegato di non aver mai alzato le mani sul dipendente, anch'egli imputato nel processo

"Non centro nulla con quel litigio, intervenni per fare da paciere. Poi mi arrivò a casa la notifica di questo procedimento". A dichiararlo Michele Petrosino D'Auria ieri mattina, ritenuto esponente insieme al fratello Antonio dell'ominimo clan, in diretta video dal regime di massicura sicurezza del 41 bis. Le sue dichiarazioni spontanee sono state verbalizzate nel processo che lo vede imputato per violenza privata nei riguardi di un dipendente del Consorzio di Bacino. Ente dove Michele Petrosino svolgeva un ruolo di controllo. Insieme a lui, siedono al banco degli imputati Angelo Esposito, vittima ma anche indagato per favoreggiamento, e Massimiliano Padovano, accusato di aver reso false dichiarazioni per coprire le responsabilità di D'Auria. La colpa di Esposisto sarebbe consistita in un lavoro di spazzamento non eseguito nel miglior dei modi e interrotto a causa di un guasto del mezzo che guidava. I fatti risalgono all'aprile del 2009, nella zona delle "Palazzine"

Le indagini condotte dai carabinieri ricostruirono l'episodio, allargando riscontri ed accertamenti ad altre due persone, il dipendente che sarebbe stato aggredito da D'Auria e a Padovano, che nel rendere false dichiarazioni, si auto accusò del pestaggio ai danni del collega. Ristretto al 41 bis dopo la maxi inchiesta dell'Antimafia, "Taurania Revenge", Michele Petrosino D'Auria era considerato il collettore tra il mondo criminale e l'amministrazione comunale retta all'epoca dal sindaco Alberico Gambino. Le accuse sono poi cadute, con doppia assoluzione, in primo e secondo grado. Per lui resta invece in piedi il processo "Criniera", con il medesimo contesto investigativo, dove è imputato insieme al fratello Antonio e ad altri pregiudicati. E' figlio del boss Gioacchino, anch'egli in carcere. Il processo è stato aggiornato al prossimo 28 marzo, con un confronto tra gli imputati deciso dal collegio giudicante per ricostruire la dinamica di quell'episodio, poi oggetto di un processo

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