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Cronaca Pagani

Pagani, scarcerati i fratelli D'Auria Petrosino: al 41 bis da quattro anni

Il collegio presieduto dal giudice Anna Allegro, presso il tribunale di Nocera Inferiore, ha revocato la misura cautelare ai due fratelli paganesi, finiti in carcere nel 2014 a seguito di due indagini condotte dalla Procura Antimafia

Lasciano il carcere e il regime del 41 bis, dopo quattro anni, i fratelli Antonio e Michele Petrosino D’Auria. Il collegio presieduto dal giudice Anna Allegro, presso il tribunale di Nocera Inferiore, ha revocato la misura cautelare ai due fratelli paganesi, finiti in carcere nel 2014 a seguito di due indagini condotte dalla Procura Antimafia di Salerno.

I due fratelli

Gli avvocati difensori Silvana D’Ambrosi e Bonaventura Carrara avevano presentato, giorni fa, istanza di scarcerazione ai giudici, sottolineando la decorrenza dei termini di custodia cautelare. Circostanza non condivisa dal collegio, che ha invece considerato il tempo trascorso dai fatti, rilevando come non sussistano più le esigenze cautelari. A questo, si aggiunge che i due maggiori processi che riguardano i due fratelli sono prossimi alla conclusione. Differente il percorso dei due D’Auria, da anni nel mirino della Dda, che li colloca ai massimi vertici di un’organizzazione camorristica nella città di Pagani. Tuttavia, ad oggi non vi è una sentenza che attribuisca al presunto sodalizio la natura di un “clan” di camorra. Di recente, Antonio Petrosino è stato assolto dalle accuse di tentato omicidio verso Nicola Fiore, affiliato all’ex clan di Sandro Contaldo. Correva l’anno 2000. A febbraio invece, è prevista la sentenza per il maxi processo «Taurania Revenge». L’ipotesi della procura vede Antonio D’Auria a capo di un’organizzazione criminale, impegnata nel traffico di droga. Per lui, il pm Vincenzo Montemurro ha chiesto 23 anni di carcere. Il fratello maggiore, Michele Petrosino D’Auria, fu invece processato, insieme al fratello, nel processo “Linea d’ombra”, dove veniva considerato mediatore tra gli ambienti criminali e quelli della politica. Accusato di scambio elettorale politico mafioso ed estorsione, fu assolto da tutte le accuse. Quattro anni fa, sia lui che Antonio Petrosino, finirono nel secondo blitz dell’Antimafia, l’indagine «Criniera». Il dibattimento è alle battute finali, con i testi della difesa unici a dover deporre. Ex responsabile di cantiere del Consorzio di Bacino, Michele Petrosino D’Auria risponde, nuovamente, di presunti rapporti con la classe politica. Mentre Antonio Petrosino è accusato di associazione di stampo mafioso ed estorsione, con un presunto controllo nella gestione di prodotti ortofrutticoli. Per diversi collaboratori e pentiti, i due fratelli avrebbero avuto ruoli distinti nel presunto clan che porta il loro nome: Antonio riconosciuto come capo e Michele inserito in ambienti "politici" e lontani dalla strada.

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