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Cronaca Pagani

Pagani, scomparso da 4 anni: a processo anche i vertici dell'istituto di cura

Il mistero che avvolge oramai da 4 anni Gaetano Sessa vedrà un secondo processo, dopo il rinvio a giudizio di direttore sanitario e legale rappresentante di un istituto di cura di Potenza. Dell'uomo si sono perse le tracce da anni

Scomparso da oramai quattro anni, il giudice manda a processo anche i responsabili di un istituto di cura. Sullo sfondo la storia controversa di Gaetano Sessa, 43enne di Pagani ricoverato in un centro di riabilitazione per disabili a Venosa, vicino Potenza. L’istituto è l’ "Ada Ceschin Pilone dei padri Trinitari". La famiglia, assistita dal legale Gerardo Striano, vive a Pagani ed aveva affidato il figlio alle cure della struttura, a causa di un grave deficit mentale, «psicosi da innesto». A Pagani faceva il netturbino, prima di essere trasferito per la riabilitazione il 29 maggio 2013. Un paio di settimane fa, il gup ha rinviato a giudizio il legale rappresentante e il direttore sanitario. Sono accusati di non aver predisposto adeguate misure di sicurezza per la gestione dei pazienti. Con un procedimento separato, si trovano invece già sotto processo tre dipendenti del centro, con l’accusa di "abbandono di persone minori o incapaci". Gaetano fu visto l’ultima volta sul portone d’ingresso, mentre fumava una sigaretta. Erano le 20.30 del 5 luglio 2013. Dieci minuti prima, un dipendente che stava viaggiando verso la struttura e che nel suo turno avrebbe dovuto prendersi cura anche di Gaetano, ebbe un problema con l’auto. Un’avaria lo bloccò per strada. A quel punto segnalò ad un collega che il 43enne si trovasse da solo. Quest’ultimo salì al primo piano, ma non trovò Gaetano.

Fu lanciato l’allarme, con l’inizio delle ricerche lungo il perimetro del centro. Ma del paziente si erano perse le tracce e ogni tentativo di localizzarlo risultò vano. Alle ricerche parteciparono carabinieri e vigili del fuoco, con sopralluoghi nelle zone circostanti. Fu avvisata anche la famiglia, che si recò sul posto dopo poco. Secondo la denuncia presentata alla procura competente, la struttura avrebbe gravi responsabilità su quella scomparsa. Nello specifico, non sarebbero stati attuali i protocolli di sicurezza, né le linee guida per l’assistenza dei pazienti. Al giudice fu anche presentata istanza per utilizzare nelle ricerche i cani per cadaveri e sistemi di geo-radar. Alla magistratura, i familiari riferirono quanto appreso dalla struttura: e cioè, che Gaetano non si fosse mai allontanato spontaneamente dalla sua stanza. Negli ultimi quattro anni, gli inquirenti non hanno raccolto alcuna segnalazione di un suo avvistamento. Tanti gli appelli, anche alla trasmissione "Chi l’ha visto?". Gli inquirenti non hanno mai escluso l’ipotesi di un decesso, tuttavia impossibile da accertare senza il ritrovamento del corpo. I due processi paralleli - verso personale e responsabili del centro – proveranno ora eventuali responsabilità sulla scomparsa del 43enne.

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