rotate-mobile
Cronaca Pagani

Omicidio della prostituta: secondo la Procura i due giovani erano "conosciuti nell'ambiente"

Il Riesame non scarcera i due giovani paganesi accusati di aver ucciso la prostituta di 44 anni di Nocera Inferiore erano noti nell'ambiente delle prostitute. Pare - secondo indagini della procura - che avessero già disturbato alcune delle donne in strada

I due giovani accusati dell’omicidio della prostituta di 44 anni, Gorizia Coppola, restano in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame, dopo una lunga camera di consiglio durata quasi tutto il pomeriggio di ieri. Gennaro Avitabile e Luigi Femiano, difesi dai legali Vincenzo Calabrese e Bonaventura Carrara, sono accusati di omicidio volontario in concorso. La speranza per la difesa era forse quella di ottenere una derubricazione del reato, in omicidio preterintenzionale, ma il provvedimento dei giudici salernitani va nella direzione opposta. I due paganesi (di 18 e 22 anni) furono arrestati il giorno dopo l’omicidio, materialmente commesso da Femiano con un coltello, passatogli dall’amico. I due erano tuttavia volti noti: secondo indagini aggiuntive della procura, con intercettazioni di prostitute e trans che bazzicavano la zona che era frequentata anche dalla vittima, i due ragazzi erano conosciuti come piantagrane. Come chi dava fastidio, spesso in maniera prepotente. E da evitare. Certamente, nessuna di loro poteva aspettarsi che la sera del 2 maggio, una delle loro colleghe sarebbe finita uccisa. L’indagine diretta dal sostituto procuratore Gianpaolo Nuzzo registrò una svolta con una telefonata al 112, che riferiva nomi e circostanze del delitto. Quando poi i due giovani furono trattenuti in caserma, seppur con qualche tentennamento iniziale, confessarono quanto fatto la notte precedente. Conoscevano già la donna e la notte del 2 maggio, pur non avendo soldi, avrebbero voluto consumare con lei un rapporto sessuale. La donna si rifiutò e i due giovani, andando via e poi tornando indietro, decisero di spaventarla con un coltello.

L’unico colpo sferrato raggiunse il petto della 44enne, morta dissanguata dopo qualche ora. Pur non essendo concreto il pericolo di fuga dei due ragazzi, il gip Alfonso Scerminò non convalidò il fermo e dispose un’ordinanza ex novo in carcere. Il magistrato sottolineò «l’assoluta gravita dei fatti, ove letti alla luce della banalità dei motivi che sembrano averli ispirati: dalla crudeltà dimostrata da entrambi nella vicenda allorquando non ci si è fatto scrupolo di colpire a morte una meretrice per il solo fatto che la stessa non si piegava a richieste tracotanti afferenti ad un determinato rapporto sessuale (senza danaro o con modalità anomale). Sconcertava, inoltre, la disinvoltura con la quale gli indagati, senza una significativa ragione, privavano della vita una giovane ed indifesa donna». In attesa delle motivazioni del Riesame, il gip aveva spiegato che non si poteva dare «fiducia» ai due giovani, perché quella sera «dimostrarono di essere capaci di una azione talmente folle e sconsiderata che non meritavano alcuna fiducia in ordine alla propria capacità di autocontrollo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio della prostituta: secondo la Procura i due giovani erano "conosciuti nell'ambiente"

SalernoToday è in caricamento