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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Pagani

Pagani, omicidio di una prostituta bulgara: 20 anni di carcere per Ferrante

E’ giunta ieri la sentenza per Carmine Ferrante, il 36enne muratore finito in carcere per aver ucciso la prostituta bulgara di 37 anni, Nikolova Temenuzhka. La decisione è giunta al termine del rito abbreviato

L’avrebbe prima uccisa, poi trascinò il corpo e lo abbandonò in una strada di campagna in via Leopardi, alle spalle del cimitero di Pagani. E’ giunta ieri la sentenza per Carmine Ferrante, il 36enne muratore finito in carcere per aver ucciso la prostituta bulgara di 37 anni, Nikolova Temenuzhka. Al termine del rito abbreviato, il gup Alfonso Scermino lo ha condannato a 20 anni di reclusione. L’uomo, originario di Dragonea, vicino Vietri sul Mare, era difeso dagli avvocati Agostino De Caro e Bernardina Russo. La donna fu uccisa nella notte tra il 12 e il 13 agosto 2016. Diversi furono gli indizi ritenuti sufficienti dal sostituto procuratore Giuseppe Cacciapuoti per incriminare il 36enne, sposato e con tre figli. La notte compresa tra il 12 e il 13 agosto Ferrante si recò in via Nazionale a Sant’Egidio del Monte Albino, caricando "Nika" su di una Citroen nera, per poi spostarsi lungo una strada appartata a Pagani.

Per gli inquirenti, prima di abbordare la donna avrebbe prima effettuato un sopralluogo in zona. Il giorno dopo, un’amica della vittima denunciò la sua scomparsa ai carabinieri. In caserma, due donne in compagnia di "Nika" quella sera riconobbero Ferrante in foto. La sua auto fu ripresa da alcune telecamere di sorveglianza in orari compatibili con la scomparsa della straniera. Un aspetto, questo, fortemente contestato dalla difesa. Nella Citroen furono trovati alcuni orecchini che appartenevano alla bulgara, sui quali non furono tuttavia trovate tracce o impronte. Il corpo fu invece ritrovato il 19 agosto, in forte stato di decomposizione. Sarebbe morta per strangolamento, ma la dinamica del decesso non è stata mai chiarita. Sebbene abbia più volte sostenuto di non centrare nulla, la Procura di Nocera Inferiore chiese per Ferrante il rito immediato. Su di lui c’erano anche dei precedenti per minacce verso alcune prostitute della litoranea di Salerno. Davanti al gup, Ferrante rispondeva anche di detenzione di arma clandestina e munizioni (un’arma artigianale e cartucce gli furono sequestrate in casa). 

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