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Cronaca Pagani

Pagani, il Riesame conferma il carcere per l'uomo indagato per l'omicidio di "Nika"

La difesa aveva presentato istanza al tribunale per chiedere la liberazione dell'indagato, ma i giudici hanno rigettato sottolineando gli elementi a carico del 36enne. Tra i quali le testimonianze di due donne e gli oggetti personali della vittima in auto

Resta in carcere Carmine Ferrante, il 36enne muratore di Vietri sul Mare, accusato dell'omicidio di NikolovaTemenuzhka, la prostituta bulgara, il 12 agosto 2016. La difesa di Ferrante aveva presentato una nuova istanza al Tribunale del Riesame, puntando sui risultati dell'autopsia, che avrebbero fatto emergere discrepanze con gli orari del decesso. In precedenza, il gip aveva già rigettato un'istanza di scarcerazione per l'indagato. Il collegio del Riesame - composto dal presidente Sgroia, a latere Rulli e Zarone - ha tuttavia confermato la misura in carcere. Nei confronti dell'uomo ci sono diversi indizi: in primis gli effetti personali della donna trovati nella sua auto, oltre al riconoscimento fatto da alcune amiche della vittima quella sera, ai carabinieri. Sull'uomo pende una richiesta di giudizio immediato da parte della Procura di Nocera Inferiore.  I fatti risalgono alla sera del 12 agosto, quando l’uomo fece salire a bordo della sua auto Nikolova, in via Nazionale a Sant’Egidio del Monte Albino. Prima di ciò, avrebbe effettuato un sopralluogo in via Leopardi, a Pagani, dove poi portò la donna. Solo allora l’avrebbe uccisa. Il corpo fu ritrovato in stato di decomposizione dopo sette giorni, il 19 agosto. La scoperta fu fatta dai carabinieri di Nocera Inferiore, allertati da un’amica della straniera, anch’essa prostituta, che ne aveva segnalato la scomparsa. Ad oggi non si conoscono il movente ne le cause della morte: quando il medico legale effettuò il primo esame sul corpo, notò un forte stato di decomposizione, a sua volta accelerato da larve e insetti che avevano rosicchiato parte del collo. Lungo il corpo, tuttavia, vi erano diverse ferite. Le indagini partirono con l’acquisizione dei video di sorveglianza presenti in zona, poi con i verbali riempiti da due amiche della vittima, che asserirono di riconoscere Ferrante quale ultimo cliente della bulgara. Le donne erano in sua compagnia, la sera del 12

Ferrante è accusato di occultamento di cadavere e omicidio aggravato, perché avrebbe agito in un luogo buio e appartato, ritenuto "idoneo ad ostacolare" qualsiasi tipo di intervento o aiuto da parte di terzi. Quando i carabinieri perquisirono casa sua, trovarono parti di un’arma comune da sparo, come una canna artigianale, due caricatori, una culotta otturatore modificata, insieme a diverse cartucce per altrettanti tipi di pistola. Circostanza che gli valse una doppia contestazione in termini penali. La vittima, una bulgara sposata con due figli, viveva nel quartiere di Forcella, a Napoli. Nell’Agro veniva per prostituirsi e racimolare qualche soldo lungo quella strada che collega i comuni di Pagani, Angri, Scafati e Sant’Egidio. Stando a chi la conosceva, stava pensando di smettere con quella vita. Quella sera avrebbe acconsentito a trascorrere del tempo con il 37enne muratore. La macchina a bordo della quale viaggiava, una Citroen nera, era intestata ad un pregiudicato di Sant’Antonio Abate. Eppure, era sempre Ferrante ad utilizzarla, come dimostrarono alcune contravvenzioni prese nel comune di Cava de’ Tirreni, tempo prima. Ad inchiodare l’uomo, anch’egli sposato con figli, il ritrovamento di alcuni oggetti personali della donna - un paio di orecchini - poggiati nella sua auto. Dalle indagini dei carabinieri, emersero anche precedenti per minacce, da parte di Ferrante, verso alcune prostitute lungo la litoranea di Pontecagnano. Con la donna, l’uomo si sarebbe intrattenuto per circa 30 minuti. Il sospetto è che "Nika" sia stata uccisa al termine di un rapporto sessuale. Dopo circa dieci giorni e un interrogatorio di oltre tre ore, i carabinieri risalirono a Ferrante. Nella sua difesa, la circostanza di non aver ucciso Nikolova ma solo di essersi intrattenuto con lei, la sera del 12 agosto.

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