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Cronaca Pagani

A Pagani non c'era un "clan" a gestire un traffico di droga, la sentenza "Taurania Revenge"

Solo sei condanne a fronte degli oltre 200 anni di carcere chiesti dall'Antimafia. Cade l'accusa principale di associazione finalizzata allo spaccio, così come scatta la prescrizione e l'assoluzione per molte delle accuse

Non c'era un clan a Pagani che gestiva un traffico di droga. O almeno, non è stato provato, secondo quanto deciso dalla sentenza del tribunale di Nocera Inferiore per la maxi inchiesta "Taurania Revenge", che ha assolto buona parte degli imputati, fatto scattare la prescrizione per molte delle accuse - diventate spaccio di lieve entità rispetto alla prospettazione iniziale - e condannato solo 6 delle persone finite a giudizio. Tra le assoluzioni, c'è quella di Antonio Petrosino D'Auria, che la Dda riteneva "promotore" di un'organizzazione criminale, i cui presunti componenti erano accusati di associazione finalizzata allo spaccio di droga. Un'accusa che non ha retto in dibattimento. Il resto degli assolti: Domenico Abagnara, Mario D’Elia, Antonio Petrosino D’Auria, Andrea De Vivo, Michele Pisciotta, Alfonso Greco e Mirko Villani. Scatta invece la prescrizione per Alfonso Pepe (classe 89), Francesco Desiderio, Esposito Santina Carmela, Omar Rugbui, Gaetano Perrotta, Domenico Sele e Pasquale Rondino

L'indagine

Sono stati invece condannati F.F. a 10 anni di carcere, 7 anni per V.C. , 6 anni e 8 mesi per G.N. , 12 anni per S.P. , 13 anni per C.B. , 4 anni e 2 mesi per E.P. e 2 anni e 8 mesi per G.P. L’inchiesta condotta dal sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Montemurro, copriva un periodo compreso dal 2006 al 2009 durante il quale il mercato della droga a Pagani sarebbe stato gestito dal gruppo Fezza-Petrosino, guidato da Antonio Petrosino D’Auria. Per la procura, avrebbe diretto la gestione della piazza di spaccio con l’aiuto di S.P. , ritenuto a capo del gruppo che si attivava su indicazione del clan. Le indagini della Dda ricostruirono l’organigramma di due gruppi con i vari livelli che comprendevano promotori, ideatori ed esecutori dei singoli reati. Ma la sentenza del tribunale di Nocera Inferiore, in attesa di leggere le motivazioni entro 90 giorni, dice altro. Come il fatto che non si sia proceduto per almeno tre persone, ritenute interne a quel gruppo, perchè i fatti erano già stati oggetto di un giudicato (la prima indagine Taurania). Molte anche le sentenze per intervenuta prescrizione, così come quelle di assoluzione, per gli altri imputati. La stessa difesa di D'Auria, avvocati Silvana D'Ambrosi e Giuseppe Della Monica, aveva evidenziato la poca chiarezza dei pentiti, le incongruenze temporali delle accuse, che non avevano trovato poi riscontro in dibattimento. Il secondo troncone dell’inchiesta, denominato "Sistema", accese invece i riflettori su di un gruppo «satellite» impegnato nel traffico della droga e gestito «in regime di imposto monopolio». Per loro, il tribunale ha disposto nuove indagini, contestando l'accusa di associazione finalizzata allo spaccio.

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