Sotto piazza della Libertà i rifiuti del Pastificio Amato, indagati tecnici e imprenditori

Sotto la pavimentazione di piazza della Libertà ci sarebbero circa tremila metri quadri di rifuti speciali, materiale di risulta della demolizione del pastificio Amato che imprenditori e tecnici avrebbero autorizzato a trasferire, in barba alle procedure di vagliatura e controllo, nel cantiere sul mare a Santa Teresa. Lo riporta il quotidiano La Città: la Procura,si prepara a chiedere il processo per 17 persone tra imprenditori e tecnici, per l’uso di pietre e calcinacci dello stabilimento di via Picenza come riempimento della realizzanda piazza della Libertà e lo sversamento illegale in cave di terre e rocce da scavo provenienti dal cantiere di Santa Teresa.

La prima vicenda vede indagati, dunque, G. B., A. ed E. E., gli amministratori della società Esa che lavorava nella piazza  e gli imprenditori G. e G. C., che avevano preso in subappalto parte dei lavori di demolizione dell’opificio, nonchè il direttore dei lavori per la piazza P. B.ed il direttore dei lavori del cantiere del pastificio, S. D.F.: loro avrebbero dato l'autorizzazione all'illecito.

Circa lo smaltimento di altro materiale in cave non autorizzate, come si legge sempre su La Città, sono finiti sotto inchiesta, oltre alla Esa, F. M. della Gepa (che eseguiva per la ditta degli Esposito il movimento terra a piazza della Libertà) e i gestori di una cava in località Colle Barone a Montecorvino Pugliano, dove secondo l’accusa sono finiti 28.500 metri cubi di roccia e terreno residuati dalle attività di scavo nel cantiere. Altri 16.700 metri cubi sarebbero stati utilizzati (senza autorizzazione) per colmare gli spazi in una cava di via Coperchia a Pellezzano gestita dalla Meca, vicenda questa per cui è indagato anche il tecnico comunale A. R. che avrebbe approvato un piano di gestione delle terre e rocce da scavo.