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Cronaca Capaccio

Pierluigi Caroccia eroe di Capaccio: "Contento per il riconoscimento"

Ha lottato tra la vita e la morte dopo un salvataggio in mare. Il comune ha deciso di conferirgli un riconoscimento al Valor Civile

Ha lottato per cinque giorni tra la vita e la morte dopo aver tentato di salvare due persone in pericolo e il comune di Capaccio ha deciso di conferirgli la medaglia al Valore Civile. Tuttavia, Pierluigi Caroccia, come ha raccontato a Salerno Today, non ricorda alcunchè del giorno in cui si è tuffato nelle acque di Paestum mettendo a repentaglio la propria vita. E ora accoglie con piacere la decisione del comune di Capaccio.

"Mi fa molto piacere ottenere questo riconoscimento - ha detto Pierluigi a Salerno Today - se lo ricevo il merito non è solo mio ma di tutti quelli che mi sono stati accanto in un momento difficilissimo, la mia famiglia, i miei amici, i miei colleghi e tutti quelli che mi sono stati vicino".

"NON RICORDO COSA E' SUCCESSO" - Pierluigi, il 27 giugno scorso, è al lavoro come ogni mattina presso uno stabilimento balneare di Paestum: è un bagnino di salvataggio. La giornata, a livello meteo - marino, non è delle migliori: c'è vento di tramontana quindi la corrente trascina al largo. Ed è quello che purtroppo succede: "Io non ricordo cosa è accaduto - precisa Pierluigi - ho cancellato il 27 giugno, i miei ricordi si interrompono la notte precedente quando sono andato a dormire e riprendono con il mio risveglio in ospedale del 1 luglio".

L'ACCADUTO - A Pierluigi l'accaduto è stato raccontato dai familiari e dai colleghi che lo hanno soccorso: "Due bagnini mi hanno raccontato che mi sono tuffato in acqua per soccorrere due bambine che cercavano di inseguire un pallone che si allontanava". Appunto, a causa della tramontana. "Tuttavia - prosegue - mi hanno raccontato che mi sono sentito male mentre tentavo di raggiungerle. Ho iniziato a galleggiare e la corrente mi ha trascinato sino alla prima bambina, che si è aggrappata a me come ad un salvagente. Ma io avevo già perso conoscenza".

IL SOCCORSO - I bagnini si rendono conto che qualcosa non va e si tuffano, soccorrendo Pierluigi e le due bambine. "In precedenza - racconta Pierluigi - come mi è stato detto dai colleghi, avevo salvato altre due bambine che pure andavano dietro ad un pallone. Forse mi sono sentito male in occasione del nuovo salvataggio e per questo devo aver perso conoscenza". Inizia quindi la delicata fase del primo soccorso, la più importante, quella che se fatta bene dà molte più speranze di sopravvivere: "Diverse persone hanno praticato massaggio cardiaco e respirazione - dice Pierluigi - e allo stesso tempo è stato chiamato il 118".

IL COMA - Il giovane viene quindi subito portato in ospedale ad Agropoli: le sue condizioni sono critiche. La notizia ha raggiunto intanto i familiari che ancora non lo sanno, ma vivranno cinque giorni drammatici. Pierluigi infatti viene ricoverato in coma farmacologico: il tentativo di salvataggio lo ha purtroppo messo in serio pericolo. Inizia un vero e proprio calvario per i genitori e per la sorella e il fratello del giovane bagnino. L'angoscia per cinque giorni si fonde con la speranza, la speranza di poter riabbracciare Pierluigi.

IL RISVEGLIO - E la speranza vince: il 1 luglio Pierluigi, dopo aver lottato per 5 giorni contro la morte, si risveglia dal coma: "Per me non erano passati cinque giorni - racconta il giovane bagnino - io ricordo solo di essere andato a dormire la notte tra il 26 e il 27 giugno e di essermi svegliato in ospedale". Ed in ospedale, tra la gioia dei familiari, degli amici, dei colleghi e di quanti hanno sofferto con lui, Pierluigi apprende di quanto è accaduto, non senza stupore: "Non ricordavo e non ricordo quanto è successo, mi hanno raccontato tutto. Non ricordo neanche di aver preso la macchina per andare a lavorare, non ricordo il precedente salvataggio. I miei ricordi si fermano alla notte precedente".

LA DEGENZA - Pierluigi resta in sala rianimazione, seppur cosciente, sino a metà luglio per poi passare al reparto di medicina: lascia l'ospedale il 28 luglio. "Oltre alla mia famiglia, ai miei amici, ai miei colleghi, in tanti mi sono stati vicino e sono venuti a trovarmi in ospedale, a vedere come stavo - dice Pierluigi - diverse volte è venuto anche l'ex comandante della guardia costiera di Salerno, poi in seguito ho conosciuto anche il nuovo ed è rimasto molto colpito dalla mia storia".

FINALMENTE FUORI - Il 28 luglio, quindi, dopo un mese esatto in ospedale, Pierluigi finalmente torna a casa: "Non ho ripreso però a lavorare, non ero in condizione di poterlo fare - racconta - ho ancora qualche postumo ma fortunatamente nulla di cronico, con il tempo recupererò".

IL PREMIO ED IL FUTURO - "Sono ovviamente contento per la decisione di conferirmi questo riconoscimento - ribadisce Pierluigi - ma è un riconoscimento che condivido con tutte le persone che hanno sofferto con me e per me". E il futuro? Nel futuro di Pierluigi non ci sarà il mare, almeno non il mestiere di bagnino di salvataggio: "Non penso di tornare in spiaggia come bagnino - dice Pierluigi - lo faccio per la mia famiglia, per quello che hanno passato. Se devo andare al lavoro la mattina sapendo che per tutta la giornata i miei familiari saranno in pensiero per me allora no, certo che no". Un incubo a volte agita il 21enne: "A volte quando vado a dormire ho paura di svegliarmi in ospedale". Basta con le canotte rosse quindi: nel futuro di Pierluigi l'università e il lavoro. "Studio Scienze Motorie a Napoli, sono al secondo anno, mi sto dando da fare per recuperare gli esami che non sono riuscito a fare a luglio. Mi piacerebbe diventare professore di educazione fisica".

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