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Terra dei Fuochi, processo Chernobyl: chiesto rinvio a giudizio per gli imputati

La prossima udienza è stata fissata per il 20 febbraio per concedere la parola ad altri legali. Folta questa mattina la partecipazione di associazioni, giornalisti e semplici cittadini

Fissata per questa mattina alle 9:30, al Tribunale di Salerno, l'udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta Chernobyl, dal gup Dolores Zarone.  Per difetto di notifica di alcuni atti, infatti, l'udienza del 5 dicembre fu rinviata ad oggi, dopo il passaggio del procedimento dalla prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a quello di Salerno, perché i reati più gravi contestati ai 39 imputati (uno dei quali è deceduto nel 2010), sarebbero avvenuti proprio nel salernitano, oltre che al confine tra l'avellinese e il beneventano e nel foggiano. Un iter lunghissimo sul quale, tra fascicoli trasferiti da una procura all'altra, incombe il rischio prescrizione, almeno per i reati minori, in quanto i termini scadranno a marzo.

Alle 10:05 è iniziato il processo, che vede una massicia presenza in aula di associazioni ambientaliste, giornalisti e semplici cittadini. Ma proprio la stampa intorno alle 10:34 è stata invitata dal giudice ad uscire fuori: "Non è un udienza pubblica" ha esordito rivolgendosi ai giornalisti. Tra i presenti in aula anche Roberto De Luca, presidente del Codacons del Vallo di Diano e Fra Luigi D'Auria del Convento di Sant'Antonio di Polla. "Sono molto soddisfatto della partecipazione che vedo questa mattina e mi auguro -  afferma De Luca - che vengano accelerati i tempi per fare chiarezza e garantire la salute dei cittadini". "E' un processo simbolo - gli fa eco fra Luigi - che desta l'attenzione di tutti. Considero un buon segnale la costituzione in parte civile anche della Provincia di Salerno".

Intorno alle 11:05 il giudice Zarone ha comunicato ai presenti che vista la complessità degli atti, il numero degli imputati e il rischio prescrizione per i reati in questione ha concesso un'ora di tempo alle parti coinvolte per leggere la documentazione e fare le dovute valutazioni. Plaude a tale decisione il presidente del Codacons Salerno Matteo Marchetti, che dice: "E' un fatto assolutamente positivo perchè conferma la volontà del giudice di voler proseguire con il processo piuttosto che rinviare a data da destinarsi".

Verso le 11:40 è ripresa l'udienza, ma gli avvocati chiedono più tempo per analizzare gli atti. Per l'avvocato Giovine, della difesa, non tutte le associazioni costituite in parte civile sono riconosciute per cui non vi sarebbe da parte loro alcuna legittimazione, mentre il legale Petito denuncia la carenza di legittimazione per la Regione, i comuni di Casalbuono e Montecorvino e l'Isde, che peraltro non avrebbe alcuna personalità giuridica. Petito chiede, quindi, che non vengano ammesse come parte civile precisando, però, che comunque non ha avuto tempo per valutare tutti gli altri atti.

Nel frattempo gli altri avvocati presenti in aula chiedono una nuova udienza per analizzare le carte. Intanto l'avvocato Gimiliano si oppone alla costituzione in parte civile del comune di Santomenna in cui non sarebbe avvenuto nulla di illecito, mentre l'avvocato Piccirillo chiede al giudice la non ammissione di tutte le parti civili ad eccezione della Regione Campania. Insomma, è in atto un vero e proprio botta e risposta in aula, con la difesa che insiste con l'illegittimità delle associazioni che si sono costituite parte civile.

Alle ore 13 il giudice Zarone si è ritirato in camera di consiglio.Intanto, tra i vari soggetti che si sono costituiti parte civile, vi sono Legambiente, Coldiretti, le Province di Napoli, Caserta e Salerno, la Regione, il Codacons Campania, l'Adiconsum, il comitato "Ponte Barizzo" di Capaccio, la comunità montana "Alto e Medio Sele", il consorzio di bonifica "Vallo di Diano-Tranagro", Rifondazione Comunista e i comuni di Sala Consilina, Sassano, Casalbuono, Montesangiacomo, Montecorvino Rovella, Teggiano, Polla, Santomenna, Castelnuovo di Conza, San Rufo, Sant'Arsenio, San Pietro al Tanagro, Atena Lucana.

Alle 13:45 il giudice, dopo quasi mezz'ora, ha confermato la costituzione in parte civile solo degli enti territoriali, respinti tutti gli altri come la Masseria Sparano, Rifondazione Comunista e Isde. La seduta è ripresa con gli avvocati della difesa che insistono nel ribadire che "il fatto non sussiste" perchè i rifiuti non sarebbero pericolosi e quindi chiedono il proscioglimento per i loro assistiti. Secondo un altro legale presente in aula per tutti i reati i capi di imputazione non sussisterebbero perchè i rifiuti non sarebbero tossici e si parlerebbe solo di illecito amministrativo.

Alle 14:30 il giudice ha deciso di rinviare l'udienza al prossimo 20 febbraio per concedere la parola a tutti gli avvocati che non sono riusciti a farlo oggi, mentre il pm Ceglia ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati.

In collaborazione con Francesco Bove e Roberto Junior Ler

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